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Alitalia, salvataggio da Poste Italiane

Per il salvataggio servono 500 milioni, l'ente pubblico pronto a entrare nel capitale con il 10-15%. La Commissione europea avverte: "Rispettare le norme sulla concorrenza"
di Matteo Legnani domenica 13 ottobre 2013

2' di lettura

L'ultimo degli allarmi lo ha lanciato Vito Riggio, il numero uno di Enac (Ente nazionale dell'aviazione civile): "Senza una immissione di capitale, da sabato gli aerei Alitalia restano a terra". La somma di cui si parla per una ricapitalizzazione che permetta alla compagnia di scongiurare la chiusura si aggira intorno ai 500 milioni di euro (il sì all'aumento di capitale è arrivato in serata), con una ipotesi di 300 milioni da nuovi soci e 200 da prestiti bancari. E il soggetto deputato a lanciare un primo salvagente alla ex compagnia di bandiera pare essere Poste Italiane, da cui potrebbero arrivare subito 75 milioni di euro, con un ingresso nelle quote societarie tra il 10 e il 15%. Trattasi di ente misto-pubblico, Poste Italiane. Per la serie che i soldi per salvare Alitalia ce li mettono di nuovo i cittadini italiani.  Aumento di capitale - Come detto, nella serata di venerdì, Alitalia ha superato il primo ostacolo decisivo sulla strada del salvataggio. Il Cda ha approvato la manovra finanziaria da 500 milioni di euro necessaria a dare ossigeno alle casse vuote della compagnia. Il via libera all'unanimità da parte del board sancisce l'avvio ufficiale dell'operazione: 300 milioni di euro a titolo di aumento di capitale da offrirsi in opzione ai soci e 200 milioni di nuove linee di credito da parte del sistema bancario, che ora passa al vaglio dell'assemblea, in calendario lunedì. La nota diffusa al termine del Cda formalizza anche l'impegno di Poste Italiane: il gruppo guidato da Massimo Sarmi, subordinatamente all'approvazione dei propri organi deliberanti, garantirà la sottoscrizione di complessivi 75 milioni dell'aumento di capitale rimasti eventualmente inoptati. Altro tassello che va posto è quello della copertura della quota di ricapitalizzazione residua: Intesa SanPaolo e Unicredit garantiranno la sottoscrizione di un massimo pari a 100 milioni di euro dell'eventuale ulteriore inoptato. La crisi - Di compagnie di bandiera, nell'ultimo decennio, ne sono già andate all'aria tre, solo in Europa: la gloriosa Swissair e la belga Sabena, che poi sono "rinate" con altri nomi seppur ridimensionate nel ruolo e nelle dimensioni. Più la Malev, che non è più "rinata" e ha lasciato l'Ungheria senza una sua compagnia aerea. Ma quello di Alitalia sembra l'ennesimo falso allarme, nel senso che i soldi per portare avanti il carrozzone in un modo o nell'altro (ma sempre a spese dei cittadini italiani) si troveranno anche questa volta. Intanto, la 'soluzione Poste' finisce sotto la lente d'ingrandimento dell'Unione europea:  la Commissione esaminerà l'intervento in Alitalia "se riceveremo una notifica" ha spiegato il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia. "In linea di principio Alitalia puo' ricevere aiuti a condizione che le regole sugli aiuti per il salvataggio e per la ristrutturazione delle imprese siano rispettati".

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