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S&P, senza riforme rischio downgrade. Il Tesoro: "Italia fuori da recessione"

domenica 15 dicembre 2013

2' di lettura

Roma, 13 dic. (Adnkronos/Ign) - L'agenzia di rating Standard & Poor's conferma il rating sovrano dell'Italia di lungo e breve termine a BBB/A-2. L'outlook rimane negativo. Ad annunciarlo è S&P in una nota sottolineando che la conferma "riflette la nostra valutazione di un'economia ricca e diversificata tra i rischi di una ripresa fragile nell'ambito di un contesto di alto debito pubblico". L'agenzia parla di "una bilancia commerciale del Paese relativamente robusta" ed evidenzia anche "il livello tradizionalmente elevato dei risparmi del settore privato". Ma il rating, argomenta ancora S&P, rimane vincolato dalla "nostra stima di prospettive di crescita debole" in un contesto che vede "il debito pubblico tra i più alti tra i debiti sovrani da noi valutati". Spiegando le ragioni dell'outlook negativo, Standard & Poor's avverte quindi che nell'arco dei prossimi 12 mesi "c'è una possibilità su tre" che decida un declassamento "di un livello o più", se il governo non "implementerà politiche per la crescita nel Paese ed evitare il deterioramento degli indicatori sul debito, oltre le nostre attuali aspettative". Allo stesso modo, prosegue S&P, "ritardi sostenuti nell'affrontare con efficacia alcune delle rigidità nel mercato del lavoro in Italia, nei servizi, nei mercati dei prodotti dove è frenata la crescita, potrebbero mettere sotto pressione il nostro giudizio". Ma "potremmo migliorare l'outlook a 'stabile' se il Governo sarà in grado di attuare quelle riforme strutturali nel mercato del lavoro, dei servizi che porterebbero l'economia italiana a un livello più alto di crescita". "Non commentiamo le valutazioni delle agenzie di rating", si "limita ad osservare" il portavoce del ministro dell'Economia, ma "si smentiscono voci circolate in alcuni ambienti di ulteriori downgrade e che gli estensori di questo rapporto sull'Italia, nonostante la conferma dell'outlook negativo, prevedono che il nostro paese sia fuori dalla recessione e registri nel 2014 un Pil in crescita rispetto a quest'anno". "Certo, la loro stima della crescita è inferiore alla nostra, ma sappiamo - afferma Roberto Basso - che tutti gli istituti di previsione sottostimano l'effetto delle misure prese nel corso di questi mesi, dagli ecobonus agli investimenti pubblici su opere immediatamente cantierabili, fino al rimborso di 16 miliardi di debiti pregressi in soli 6 mesi, oltre a quelli in corso di erogazione in queste ultime settimane. Prendiamo atto comunque che viene apprezzata la direzione in cui vanno le misure prese dal governo, a partire dalla riduzione delle imposte su lavoro e imprese, e che l'attuazione delle politiche già intraprese dal governo escluderebbe ipotesi di downgrade".

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