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Redditometro, via alla versione soft: niente media Istat, contenzioso morbido

Alla vigilia dei pagamenti delle tasse di metà giugno il ministro Saccomanni sta per firmare il decreto attuativo: ecco cosa cambia
di Giulio Bucchi domenica 26 maggio 2013

2' di lettura

Doveva essere l'arma letale contro l'evasione ma era solo un pasticcio. Per questo il redditometro studiato un anno fa dai professori del governo Monti sta per debuttare stravolto e rivoluzionato, in versione decisamente soft. Tutto per evitare altre bocciature da parte dei magistrati, dopo quelle del Tribunale di Napoli e la Commissione tributaria di Reggio Emilia, che nei mesi scorsi ha bocciato lo strumento anti-evasori su tutti i fronti: la raccolta delle informazioni violava la privacy, il contraddittorio annullava il diritto alla difesa del contribuente. Lo strumento anti-furbetti, in pratica, somigliava più a un randello anti-italiani. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni tra pochi giorni firmerà il decreto attuativo definitivo, giusto alla vigilia del pagamento delle tasse di metà giugno. E nella bozza della circolare qualche buona notizia c'è. Medie Istat, ma non per tutto - Innanzitutto, come scrive il Sole 24 Ore, cambierà l'applicazione delle tanto contestate medie Istat. Già le associazioni di consumatori avevano giudicato iniquo l'utilizzo di queste voci su tutte le spese. Così, il nuovo redditometro le contemplerà come metro di paragone solo in casi ben delimitati: niente "confronto" per quelle spese "aleatorie", come l'abbigliamento e il cibo (dal ristorante al supermercato). Entreranno in ballo per confrontare spese dichiarate e spese sostenute solo per le voci "certe", quelle cioè per beni regolarmente iscritti in pubblici registri e censiti dall'Anagrafe tributaria: per esempio, i costi di gestione di un immobile (spese di condominio) o dell'automobile. In quei casi, cioè, dove è più facile far venire alla luce gli evasori. Contenzioso morbido in tre tappe - Nella circolare in preparazione, inoltre, verranno invitati tutti gli uffici a evitare il contenzioso con i contribuenti. Per farlo, sono previste tre tappe: innanzitutto, il primo contraddittorio con il "sospettato" non prevederà più per il contribuente l'obbligo di fornire "le prove", ossia gli scontrini delle spese dichiarate. "Basteranno" confronto dialettico e buonsenso. Se i dubbi del Fisco rimarranno, l'ufficiò proporrà l'adesione all'accertamento. E se, terzo step, emergerà un'evasione fiscale inferiore ai 20mila euro, lo Stato proporrà una mediazione. L'obiettivo è chiaro, e più circostanziato: colpire solo la grande evasione: per questo la percentuale di scostamento tra le spese sostenute e quelle dichiarate, oltre alla franchigia di 12mila euro, sarà ben superiore al 20% ipotizzato in un primo momento.

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