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Tfr, due lavoratori su tre non lo vogliono in busta paga

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 12 ottobre 2014

1' di lettura

Due italiani su tre, messi di fronte alla scelta se riscuotere subito il Tfr o accantonarlo, preferiscono quest'ultima soluzione. E' questo il risultato del sondaggio Ipso pubblicato su Affari Italiani che rivela anche come la maggiore preoccupazione, per il 69% degli intervistati, sia legata alla possibilità di una tassazione maggiore, il 67% teme per la perdita di una forma di risparmio anche se forzosa, il 50% non ritiene che la distribuzione mensile del Tfr costituisca un aiuto per le famiglie mentre il 60% dichiara di non credere che questo eventuale provvedimento possa rilanciare i consumi. Tra quel 30% di lavoratori che si orientano verso la riscossione immediata della quota di Tfr, spicca il numero degli impiegati. Mentre, viceversa, tra gli operai, è ancora maggiore la quota di chi preferisce l’accantonamento del Tfr e si dichiara contrario alla distribuzione mensile in busta paga. Affari Italiani fa notare la differenziazione delle risposte rispetto al reddito familiare. In tutti i livelli, la maggioranza si conferma per la continuazione del sistema com’è ora, ma nelle due categorie estreme, i più “poveri” (meno di 15.000 euro all’anno) da un verso e i più “ricchi” (più di 50.000 euro l’anno) dall’altro, si rileva un’accentuazione relativa (che raggiunge il 41%) per l’erogazione mensile del Tfr.

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