Il mercato italiano delle seconde case conta potenzialmente 800.000 proprietà ancora inutilizzate che, se adeguatamente incanalate, potrebbero rappresentare un’opportunità di reddito importante per proprietari e aspiranti imprenditori. Halldis (qui il sito internet), leader italiano nella gestione di immobili per affitti brevi, ha sviluppato un progetto di condivisione del proprio know-how e di supporto alle attività imprenditoriali italiane nel campo delle locazioni temporanee. L’iniziativa consiste nella condivisione di strumenti e know-how - che la società ha acquisito in oltre 28 anni di esperienza - e nella loro veicolazione attraverso una serie di incontri formativi che avranno luogo presso la sede milanese della società. LO SCENARIO - Un recente studio realizzato da Halldis ha evidenziato come, mentre in Europa il settore degli affitti brevi mostra un tasso di crescita annua pari all’11%, con una domanda attuale che eccede l’offerta per oltre il 10%, in Italia la scelta di un appartamento risulta decisamente inferiore, attestandosi solo attorno all’8-9% rispetto al 25% degli altri Paesi. Di questa richiesta, l’analisi rivela che oltre il 70% degli affitti in Italia deriva da clienti internazionali, che sempre più frequentemente scelgono di alloggiare in appartamento. Le limitazioni di tale mercato nascono dal fatto che solo il 15% dei 3,5 milioni di seconde case italiane è disponibile per l’affitto, rivelando un potenziale inutilizzato di circa 800.000 proprietà, che permetterebbe di soddisfare una domanda di locazioni brevi analoga agli standard europei. A ciò si affiancano anche le opportunità di reddito generabile dagli affitti brevi: allo stato attuale, le seconde case rappresentano soltanto un costo - elevato - per i proprietari. Il mercato degli affitti brevi, ancora più che quello degli hotel, è fatto di tanti piccoli operatori, residence o anche solo singoli proprietari che fanno fatica a sfruttare in pieno tali potenzialità. Per questi ultimi recentemente si sono affermati dei siti vetrina, quali Airbnb o Homeaway, che se da un lato forniscono visibilità ad appartamenti e ville, dall’altro richiedono di amministrare autonomamente l’immobile. Questo implica che i proprietari rispondano alle richieste, gestiscano prenotazioni e pagamenti, preparino gli appartamenti e accolgano gli ospiti. Risulta evidente come molti otterrebbero volentieri un profitto dalle loro seconde case, ma che altrettanti non abbiano il tempo o l’interesse di occuparsene direttamente. Ed è proprio per rispondere a questa esigenza che Halldis ha sviluppato il proprio processo di gestione e commercializzazione di appartamenti per conto di terzi. Andando anche a coprire lingue che magari il proprietario non conosce e ad occuparsi di tutte le pratiche burocratiche. “I proprietari che hanno scelto la nostra gestione sono persone che dispongono di una seconda casa, vorrebbero ottenerne un reddito, ma non intendono occuparsene in prima persona” spiega Alberto Melgrati, amministratore delegato della società. IL PROGETTO - La proliferazione dei siti vetrina, Airbnb in primis, ha fatto avvicinare moltissime persone al mondo degli affitti brevi, che sta diventando il settore per antonomasia della cosiddetta sharing economy: metto a disposizione qualcosa di cui ho la disponibilità, da cui riesco a ottenere un reddito. Ma proprio chi vi si è avvicinato con la volontà di affittare più di una stanza, si è trovato di fronte a mille dubbi: come faccio a rispondere ai russi, brasiliani e cinesi che vorrebbero affittare casa mia? quale contratto applico, che tasse devo pagare, devo avere qualche autorizzazione particolare? Il tutto considerando che la legge italiana non è pensata per il fai da te, ma per residence, b&b, operatori, tutti con regolari autorizzazioni. E’ esattamente in questo contesto che Halldis si inserisce col suo nuovo progetto, proponendosi di condividere e diffondere l’expertise acquisita in 28 anni d’esperienza, abilitando chiunque abbia interesse a entrare nel business delle locazioni temporanee, indipendentemente dalla proprietà dell’immobile. L’iniziativa consta di un percorso di abilitazione professionale che mira a supportare aspiranti imprenditori nella realizzazione di un’attività nel settore degli affitti brevi che, sfruttando il digitale, raggiunga un mercato globale. L’obiettivo del progetto è formare imprenditori che siano in grado di strutturare un sistema di gestione immobili della propria area, applicando il collaudato modello di business di Halldis e utilizzandone tutti gli strumenti. Tra questi, i più importanti sono il contratto-tipo elaborato ad hoc, il complesso modello di definizione dei prezzi, e Bookingdom, software gestionale su cui l’azienda ha investito 2,5 mln di Euro, che permette di distribuire il prodotto in 9 lingue e sui principali canali online e offline, gestendo autonomamente proprietà e prenotazioni. Come spiega Alberto Melgrati: “negli anni siamo entrati in contatto con tante persone che avevano voglia di mettersi in proprio, ma non sapevano come farlo. L’unico modo che l’Italia ha per sfruttare in toto le sue potenzialità turistiche, è facendo sì che i vari operatori si mettano a sistema e, sfruttando il digitale, riescano a raggiungere un mercato globale. Il nostro intento è quello di aiutarli a semplificare e ottimizzare questo processo”. Lo stesso software Bookingdom, avendo sviluppato un sistema di integrazione API, è inoltre capace di abilitare altri soggetti, come le agenzie immobiliari. RealKasa, agenzia immobiliare di Bologna, è tra coloro che hanno colto questa opportunità, sviluppando con Halldis una partnership che si esprime nell’integrazione del sito del primo con il software del secondo. Sul portale dell’agenzia è stato predisposto l’inserimento della sezione “affitti brevi”, ottenendo l’accesso ai profili delle strutture Halldis nel mondo e dando modo ai clienti di prenotare direttamente sul sito stesso. In un mondo sempre più governato dalla sharing economy, Halldis si propone di diffondere la propria expertise a sostegno dei player turistici e immobiliari. Le potenzialità del mercato sono tante ed i soggetti da coinvolgere ancora di più. Halldis crede che la condivisione di conoscenza e strumenti permetta la creazione di sinergie a vantaggio di tutti, specialmente in un Paese come l’Italia, che necessita fortemente di fare sistema.