Aiuti di Stato a Fiat e Apple, guai per Lussemburgo e Irlanda

di Francesco Rigonimartedì 30 settembre 2014
Aiuti di Stato a Fiat e Apple, guai per Lussemburgo e Irlanda
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Aiuti di Stato per Apple e Fiat Finance. Nel mirino di Bruxelles ci sono due paesi dell’Unione, Irlanda e Lussemburgo, che sono accusati di aver favorito rispettivamente Apple e Fiat, per mezzo della sua società Fiat Finance and Trade che si occupa di finanziamento e tesoreria del Lingotto, in materia di tassazione. Per quanto riguarda Apple, le autorità irlandesi avrebbero favorito l’azienda di Cupertino in due particolari momenti e con due particolari accordi, nel 1991 e nel 2007. In particolare, su Fiat, l’accordo tra le autorità fiscali del Lussemburgo e Fiat Finance and Trade, la società controllata da Fiat che fornisce servizi di tesoreria e finanziamento alle imprese del gruppo in Europa (Italia esclusa) "non rispetta il principio di piena concorrenza", rappresenta un vantaggio annuale che si perpetua (riguarda gli anni che vanno dal 2012 al 2016) ed è "selettivo". La lettera - La pubblicazione della lettera è un passo formale che nella sostanza non aggiunge nulla all’indagine già in corso, ma che dà qualche indicazione in più sui tempi della sentenza che, come scrive il Financial Times citando fonti vicine al dossier, potrebbe costare alla Apple "diversi miliardi di dollari". La pubblicazione della decisione non-confidenziale sul sito web della Commissione è solo una nuova tappa dell’indagine che l’antitrust Ue ha aperto a giugno scorso su Irlanda, Lussemburgo e Olanda per verificare se le norme fiscali ad hoc applicate a tre multinazionali (Apple, Fiat Finance e Starbucks) sono in linea con le leggi europee che proteggono la concorrenza e il mercato unico. Anche Starbucks? - Martedì sono state pubblicate solo le prime due, mentre quella relativa a Starbucks in Olanda ancora non è pronta. Le due decisioni, spiega il portavoce del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, "non conterranno alcuna multa, perché siamo ancora a metà dell’indagine", quindi saranno nella sostanza identiche alla decisione comunicata dallo stesso Almunia a giugno. Questi mesi sono serviti solo a definire, assieme alla due aziende, quali dettagli poter rendere pubblici e quali no, per non mettere a rischio i segreti aziendali. La prossima tappa è poi la pubblicazione, tra qualche settimana, sulla Gazzetta ufficiale. Da quel momento le parti in causa (le due aziende e le autorità irlandesi e lussemburghesi) hanno un mese di tempo per dare le risposte alle contestazioni mosse e ai dubbi dell’antitrust che vuole capire se e quanto le imprese hanno risparmiato in tasse grazie ad accordi o al regime speciale che i due Stati hanno loro accordato per trattenerle e garantirsi i loro investimenti. La Commissione dovrà poi analizzare le risposte e prendere la sua decisione finale: se constaterà la violazione delle norme sugli aiuti di Stato può chiedere agli Stati di recuperarli dalle due aziende, che sarebbe di fatto una maxi-multa per entrambe.