Tasse sulle rendite finanziarie, la guida agli investimenti per evitare il salasso

di Ignazio Stagnodomenica 30 marzo 2014
Tasse sulle rendite finanziarie, la guida agli investimenti per evitare il salasso
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Matteo Renzi lo aveva annunciato prima del giuramento nelle mani di Napolitano: "La tassazione sulle rendite finanziarie al 26 per cento". Una promessa quella del premier che verrà mantenuta sulle spalle di chi investe e dei risparmiatori.Dall'innalzamanto saranno esclusi Bot e Btp, che hanno però rendimenti ormai molto marginali. Gli italiani iniziano allora a virare su altre tipologie d'investimento per i propri risparmi. L'obiettivo è evitare il salasso preparato da Renzi, Padoan&Co. Ecco dunque una breve guida agli investimenti per far fuori il salasso fiscale. I libretti di risparmio - I libretti di risparmio, postali o bancari, sono strumenti simili ai conti correnti, molto pratici e semplici da usare, utilizzati spesso per la pensione o comunque in sostituzione del conto.La tassazione sugli interessi dei libretti resta al 20% e non aumenta al 26% come per le obbligazioni bancarie, le azioni, i bond societari, i dividendi, i pronti conto termine, le polizze di investimento, i fondi comuni. Sui libretti di risparmio la prima tassa che si paga è l'imposta di bollo (bollo sulle comunicazioni finanziarie): si tratta di un onere fisso pari a 34,20 euro. Conti deposito - Tra gli strumenti bancari che negli ultimi anni hanno contribuito all'innovazione del settore ci sono i conti deposito.Sui conti deposito vige un'imposta di bollo progressiva, una mini-patrimoniale che si calcola in base alle liquidità, alle somme depositate (vincolate o meno, in base che si sia scelto un conto deposito vincolato o libero, che per questo aspetto non fa differenza): da gennaio 2014 l'imposta di bollo sul conto deposito è dello 0,2% delle liquidità. La tassa sugli interessi dei conti deposito rimane invece al 20%. I buoni fruttiferi - Poi tra gli investimenti in cima alle preferenze degli italiani ci sono i buoni fruttiferi postali. La tassazione sui buoni e soprattutto sui rendimenti resta sostanzialmente invariata. Il governo Letta ha aumentato l'imposta di bollo progressiva sugli investimenti dallo 0,15% allo 0,20%. Tra i prodotti che rientrano in questa categoria ci sono appunto i buoni fruttiferi postali. La tassazione sui rendimenti resta invece al 12.50%. Obbligazioni - Infine per resistere alla stretta del fisco voluta da Renzi è possibile investire sulle obbligazioni sovrane degli altri stati. Come ricorda Qui Finanza conviene puntare su quelli a fiscalità privilegiata, appartenenti alla cosi detta 'white list', per i quali esistono accordi di libero scambio di informazioni fiscali. Gli interessi delle obbligazioni sovrane emesse da questi stati restano, per legge, assoggettabili al prelievo fiscale del 12,50%, come per i BTP italiani. Quindi, sconfinando, è ancora possibile ottenere rendimenti netti in grado di battere l'inflazione e anche di guadagnare qualcosa, magari investendo in titoli di stato in valuta. Così è possibile ottenere ancora dei rendimenti intorno al 6% investendo, senza troppi rischi.