L'evasione fiscale "vale" dieci milioni di voti. Lo dice senza mezzi termini l'ex ministro delle Finanze nei governi Prodi e D'Alema, Vincenzo Visco al Fatto Quotidiano spiega come in Italia non c'è solo i divario tra ricchi e poveri ma anche tra chi paga le tasse e chi no. "C'è grande prudenza. Alcuni fanno affidamento su quei voti, altri hanno solo paura di perdere l'appoggio di certe fasce sociali e la democrazia vice di consenso. L'Agenzia delle Entrate ha diffuso i dati dell'Irpef 2012 da cui emerge che la media di quanto dichiarato dagli italiani è di 19.750 euro ma la metà dei contribuenti denuncia meno di 15mila uero. Secondo Visco per "ridurre le tase ed evitare che a pagarle siano sempre i lavoratori dipendenti, c'è solo una via: redistribuire il carico, ma per farlo bisogna partire dalla lotta all'evasione. Un fenomeno che non ha eguali nel resto d'Europa e in Italia vale un buco nei conti dello Stato da 180 miliardi che nessuno riesce a intaccare". Insomma, l'evasione è una questione politica. "Renzi - spiega Visco - al contrario di alcuni suoi predecessori non liscia il pelo agli evasori, ma il tema non lo ha ancora trattato. Come non l'hanno fatto Letta e Monti prima di lui. Ci siamo accontantati di spot e operazioni ad effetto come ci blitz a Cortina o la caccia agli scontrini non stampati. Era los partito che bisognava suonare. Servivano messaggi politici in quel senso, ma nulla di più".