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Taglio Irpef, 80 euro: tre italiani su quattro non ricevono nulla

di Andrea Tempestini domenica 27 aprile 2014

3' di lettura

Con un sussulto di sincerità non ha voluto nemmeno fare la mossa. Quando gli hanno chiesto tempi e contenuti per includere almeno una parte degli italiani esclusi dalla sua festa, Matteo Renzi ha allargato le braccia: «Prometto solo quello che sono in grado di mantenere». Con un’indole come la sua assai incline agli annunci roboanti e alla mitragliata di promesse, è come avere comunicato una certezza: a tutti quelli che non saranno toccati dal bonus elettorale degli 80 euro, non arriverà proprio un fico secco né quest’anno, né probabilmente il prossimo. Perché dopo la scoppiettante conferenza stampa di venerdì, i fuochi di artificio, i titoloni sui giornali, con il fumo che si spegne, sta emergendo anche un po’ di realtà. Da fine maggio a fine dicembre avranno in tasca 80 euro di più al mese a 5-6 milioni di lavoratori dipendenti. Altri 4-5 otterranno qualcosina, ma meno e in qualche caso assai meno. La festa o festicciola al massimo coinvolgerà 10 milioni di persone fisiche contribuenti. E siccome i contribuenti italiani sono in tutto 42 milioni, significa che 3 su 4 di loro al Matteo’s party non sono stati manco invitati. Faranno la vita grama di prima la maggioranza dei lavoratori dipendenti (11 milioni), esclusi sia perché troppo ricchi (se con 27-28 mila euro lordi annui e figli a carico ci si può definire tali), sia perchè troppo poveri (gli incapienti, al di sotto degli 8 mila euro lordi annui). Nessun invito alla festicciola di palazzo Chigi nemmeno per i 15 milioni di pensionati. Che già fin qui hanno dovuto badare alle coronarie, perchè un giorno sì un giorno no Renzi e buona parte del Pd raccontavano di volere portare via loro qualcosina. Già li hanno tosati anche su redditi assai bassi (da 1.500 euro al mese in su) i due governi che hanno preceduto, visto che quelle pensioni non hanno nemmeno potuto recuperare l'inflazione con il congelamento di ogni scatto di adeguamento al costo della vita. La tempesta poi è passata, ma nessuno ha pensato - Renzi in testa - di restituire loro il maltolto. Perché l'adeguamento al costo della vita tolto loro per due anni ha fatto scendere il potere di acquisto anche se da oggi in poi si rivaluteranno di nuovo secondo l'inflazione programmata. Milioni di pensionati sono diventati così più poveri non per un biennio, ma fino alla fine della loro vita. Esclusi dalla festa naturalmente anche i quasi 6 milioni di lavoratori autonomi e partite Iva. A loro - a quanti di loro oggi sono ancora in grado di presentare una dichiarazione dei redditi perchè è sopravvissuta una attività - non resta che chinare il capo e allargare le spalle. Sanno bene che se a palazzo Chigi c'è il Pd bisogna rassegnarsi ad essere trattati come i paria di Italia. Ti manderanno l'ispettore del fisco, l'esattore o la cartella di Equitalia, ti descriveranno come evasore, nemico del popolo utilizzando a piacimento le loro statistiche e media compiacenti, inutile tenere una ciotola in mano e sperare nella mancia: non interessi proprio nemmeno a uno come Renzi. Passata la festa, i 3 italiani su 4 che non sono stati invitati, è bene che indossino la corazza. Perchè dal Def si vede già quale è il destino che li attende. L'Italia aumenta sensibilmente il proprio debito pubblico per pagare le promesse elettorali del premier (realizzandone alcune - come il saldo dei debiti della Pa con le imprese - solo al 12% di quanto promesso), ed emetterà 40 miliardi di titoli del debito pubblico in più. Questo significa che andranno a farsi benedire i parametri previsti dal fiscal compact e dal Six pack: fra la fine di quest'anno e l'inizio dell'anno prossimo bisognerà varare una supermanovra fiscale per evitare la procedura di infrazione che scatterà in automatico. E allora i Renzie's party resteranno un nostalgico ricordo di quel quarto di contribuenti italiani che sono stati lì invitati. di Fosca Bincher

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