All'Unione europea servirebbe una bella lezione: per esempio, un trionfo dei nazionalisti anti-euro alle prossime elezioni. La provocazione arriva da un insospettabile, europeista tra i più ligi ai dettami di Bruxelles e Strasburgo: il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. "Sarebbe uno choc salutare - ha spiegato l'ex Bankitalia -. L’insidia di una forza contro le istituzioni Ue c’è e non ci sorprende che questo periodo di declino della loro popolarità coincida con una crisi senza precedenti". "L'austerità - continua il responsabile dell'Economia - nei Paesi vicini avrà un impatto sul modello economico della Germania, che è basato sulle esportazioni. Alla fine qualche riconsiderazione di quel modello dovrà essere fatta". L'europeista Letta bocciatissimo - Riconsiderazioni che dovrà fare anche il primo ministro Enrico Letta, che da settimane va ripetendo come il 2014 sarà l'anno della svolta e del rilancio. Ma le ultime notizie che ci ha lasciato in dote il vecchio 2013 sono negative, se non tragiche. La Banca d'Italia segnala infatti che il debito delle Amministrazioni Pubbliche è aumentato a novembre di ulteriori 18,7 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a 2.104,1 miliardi. Anche i consumi non ripartono e i dati Istat, relativi all'inflazione media, confermano impietosamente questa tedenza. Verrebbe quindi da dire che la crisi non è alle spalle e che l'ottimismo sbandierato da vari leader politici non trovi poi riscontri effettivi nella vita di tutti i giorni. E proprio su questo, sul fallimento del mantra europeista, che faranno leva i partiti euroscettici in vista delle prossime elezioni europee (in programma fra il 22 e il 25 maggio).