L’ultimo a essere entrato a far parte della famiglia è il Barcelò Milan nella zona dell’Expo, inaugurato ufficialmente qualche di giorni fa. Ma l’acquisizione della gestione dell’hotel 4 stelle dal gruppo Boscolo, completata già lo scorso anno, non è certo destinata a rimanere un’operazione isolata. Anzi. Dopo essersi affacciato sul mercato italiano nel 2012 con tre alberghi a Roma e uno in Calabria, ai quali nel giro di un anno si sono aggiunti una seconda struttura in Calabria e l’hotel milanese, il gruppo spagnolo Barcelò è pronto a rilanciare gli investimenti nella nostra penisola. La catena alberghiera, che ha già 140 strutture in 17 paesi, metà dei quali nell’area europea e del Mediterraneo, punta infatti a raggiungere quota 30-40 hotel in Italia entro il 2019. “L’obiettivo è di crescere molto rapidamente”, annuncia Raul Gonzalez, Ceo del gruppo Barcelò, che pur essendo una realtà a livello internazionale è rimasta un’impresa saldamente nelle mani della famiglia fondatrice, che si occupa di hotel da tre generazioni. “Se a livello globale vogliamo raddoppiare il numero di camere rispetto alle 37 mila attuali nei prossimi sette anni, in Italia vogliamo arrivare a una presenza capillare nelle principali città e nelle località di mare, con almeno 30-40 hotel nei prossimi cinque anni”. Per farlo il gruppo si sta muovendo su diversi binari. Da un lato “stiamo valutando la possibilità di entrare con la formula del leasing o della gestione dell’albergo, con cui già controlliamo circa il 50% delle nostre strutture, in hotel già esistenti”, spiega Gonzalez. Dall’altro sta studiando l’eventualità di espandersi sul mercato italiano attraverso un’operazione che prevede la partecipazione di un fondo di investimento straniero, che sarebbe socio di maggioranza nell’acquisizione degli immobili che verrebbero poi gestiti da Barcelò. Un’operazione, questa, che “potrebbe valere complessivamente dai 300 ai 400 milioni di euro” sottolinea il Ceo del gruppo. E che potrebbe muovere presto i primi passi, se andrà in porto la trattativa per l’acquisizione di oltre dieci alberghi già in corso con una catena italiana. Cifre consistenti. Tanto più se investite in un Paese come l’Italia, che fatica a uscire dalla recessione nella quale è precipitato negli ultimi anni. “Il vostro è un Paese difficile, nel quale c’è un mercato protezionista, nel senso più ampio del termine: per i lavoratori, per la distribuzione e per la presenza di tanti piccoli monopoli locali”, ammette Gonzalez. Tuttavia, l’Italia ha un potenziale turistico enorme non sfruttato. “Al momento il motivo principale per cui i turisti stranieri vengono qui è la cultura, mentre le spiagge, a eccezione di qualche località, non sono pensate per il turismo internazionale, ma solo per quelli italiano”. Il gruppo spagnolo scommette invece sul rilancio del nostro mare sui mercati internazionali. Che poi ci siano molti ostacoli, nessuno lo mette in dubbio. “Ma lo spirito del gruppo è quello di investire nelle fasi di crisi e nelle difficoltà, perché è solo grazie al coraggio di fare investimenti nei momenti sfavorevoli e di andare contro corrente quando tutti gli altri si ritirano che siamo arrivati fino a qui”, conclude Gonzalez. di Dino Bondavalli