Luis Alberto Orellana fa marcia indietro. Non molla la poltrona. "In questi giorni ho avuto modo di riflettere sulla mia decisione di lasciare il Senato. Ho riconsiderato con una maggiore serenità d’animo la situazione e ho deciso di ritirare le mie dimissioni continuando cosi’ la mia attivita’ parlamentare”. Ma non parlate di attaccamento alla poltrona. Orellana spiega così il motivo della sua marcia indietro: “Molte ragioni – argomenta – ci sono dietro questo mio ripensamento ma principalmente ritengo che siano state le innumerevoli attestazioni di stima, supporto e incoraggiamento da parte degli elettori a farmi recedere dalle mie dimissioni. Elettori che pure hanno votato MoVimento 5 Stelle a febbraio 2013 ma che ora, come me, sono delusi e convinti che la linea politica di totale intransigente chiusura sia semplicemente sbagliata. Una linea politica utile solo alla prosecuzione di governi distanti dalle necessita’ degli italiani agevolati in questo da una opposizione massimalista e inane”. I motivi della retromarcia - “Ritengo di rappresentare – puntualizza – questi elettori la cui numerosità e’ impossibile quantificare ma che ragionevolmente puo’ essere stimata in un terzo degli elettori del M5S; questo proprio perchè è stato circa un terzo degli iscritti votanti al M5S che hanno ritenuto di votare contro la mia espulsione”. “Per quanto resta della legislatura ho deciso quindi di agire in Parlamento avendo come unico fine il bene degli italiani nel rispetto del dettato costituzionale dell’articolo 67 che lascia liberi di vincoli di mandato i propri rappresentanti eletti in Parlamento. Assumo dunque su di me la reponsabilità politica di ritirare, nei prossimi giorni, le dimissioni da parlamentare”, dice ancora Orellana che parla anche di “una risposta a Berlusconi che mira ai cosiddetti elettori ‘delusi’ del 5 Stelle che certamente non approderanno mai verso i suoi lidi ma piuttosto lotteranno sempre per un Movimento più democratico e con un’alta concezione del rispetto reciproco. E’ un mio dovere e un rispetto verso i colleghi senatori: se non avessero accettato le mie dimissioni, sarebbe parso la casta che si autodifende”