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Conti correnti, Bond e azioni: ecco quanto perdi con l'aliquota al 26%

di Giulio Bucchi domenica 16 marzo 2014

2' di lettura

Con una mano Renzi dà (forse), con l'altra toglie (di sicuro). E' il giochino della coperta corta, che questa volta vedrà perdere i piccoli e medi risparmiatori. Per coprire Jobs Act e taglio dell'Irpef, il governo agirà sulla leva fiscale, alzando le aliquote della tassazione su conti correnti, obbligazioni e azioni. Per i proprietari di titoli mobiliari (secondo la Banca d'Italia il totale degli investimenti degli italiani ammonta a 3.600 miliardi) l'aliquota salirà dal 20% attuale al 26 per cento. Un aumento netto del prelievo fiscale del 6% a cui scamperanno i possessori di buoni postali e titoli di Stato, la cui aliquota resta al 12,5% (avevano scampato anche l'aumento al 20%). Ma la pressione fiscale, in realtà, è ben superiore: considerando la mini-patrimoniale salita dallo 0,1 allo 0,2%, infatti, il Fisco arriva a prendersi quasi il 30% dei capital gain. Le proiezioni: Deposito - Il Corriere della Sera ha azzardato alcune proiezioni pratiche. Contando 50.000 euro di deposito vincolato a un anno, con rendimento lordo del 2%, attualmente un investitore paga 200 euro (20% sugli interessi) e 100 euro di mini-patrimoniale (0,2% applicato al valore nominale del portafoglio a fine anno). Con la riforma Renzi, invece, si finirà per pagare 260 euro sugli interessi (26%), fermo restando il prelievo da 100 euro sul valore. Totale: 360 euro di tasse al posto degli attuali 300. Le proiezioni: Bond - Con 50.000 euro in obbligazioni bancarie (rendimento 3%), la tassazione di 300 euro su cedole e capital gain passerebbe a 390 euro, a cui si aggiungerebbero i 100 euro di mini-patrimoniale allo 0,2 per cento. In totale, chi oggi lascerebbe al Fisco 400 euro domani pagherebbe 490 euro. Le proiezioni: Borsa - Ultimo caso: 50.000 euro di investimenti in Borsa. Sulle azioni con rendimento lordo totale al 5% oggi si pagano 500 euro su dividendi e capital gain più 100 euro di mini-patrimoniale. Con la riforma, il "prezzo" sale a 650 euro più 100: 750 euro contro i 600 attuali, cui vanno aggiunti i prelievi della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta nel 2013. Quando si parla di aliquote al 26%, dunque, è tutto sulla carta: la realtà è diversa, e più gravosa.

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