Domani pomeriggio la Camera si riunirà per le dichiarazioni di rito sull’ennesimo voto di fiducia posto dal governo che, questa volta, riguarda il cosiddetto “Piano casa”. Il decreto in questione, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale lo scorso 28 marzo con il numero 47/2014 e approvato per ultimo con modifiche dal Senato, scadrà il giorno 27 di questo mese: vista la battaglia messa in piedi dagli oppositori del provvedimento con continui rinvii e la presentazione di innumerevoli emendamenti, i ministri hanno deciso di mettere in pratica la scorciatoia della fiducia. Osservando i trascorsi, difficilmente Montecitorio farà scivolare l’esecutivo sul piano, elaborato dal titolare dei Trasporti e delle infrastrutture, Maurizio Lupi; un provvedimento valutato dagli estensori 1,7 miliardi di euro. Ecco i punti chiave che la legge, dovesse divenire definitiva, porterà su un tema particolarmente sentito dagli italiani, quello della casa. BONUS MOBILI Dopo un poco edificante balletto politico, il bonus mobili (pari al 55%) verrà quantitativamente slegato dall’importo pagato dalle famiglie per ristrutturare casa. Per l’acquisto dell’arredamento e degli elettrodomestici previsti dal provvedimento, resta il tetto massimo di 10.000 euro ma l’importo, entro questo limite potrà essere superiore, anche se collegato, a quanto speso per rimodernare l’appartamento (fino a 96.000 euro per unità immobiliare). Se per esempio una famiglia ha pagato 5.000 euro per rimodernare casa (entro i limiti previsti dal dpr 917/86 e successive modifiche che vanno approfondite bene prima di incorrere in errori e vedersi rifiutare, con sanzioni, la richiesta sul bonus ristrutturazione), può chiedere la detrazione dall’Irpef anche per i mobili e gli elettrodomestici (non tutti i modelli ma solo quelli che permettono un risparmio energetico come elencato dal provvedimento) per una spesa massima di 10 mila euro. CEDOLARE SECCA Si abbassa ancora la cedolare secca, l’imposta pagata dal proprietario di casa sugli affitti per gli anni dal 2014 al 2017. Coloro che concedono in locazione (non ad aziende) un appartamento a canone concordato e sito in un comune ad alta tensione abitativa o colpito da calamità naturali, avranno la possibilità di optare per un’imposta, slegata dal calcolo Irpef, del 10% (in origine era il 21%, poi abbassata una prima volta al 15%). Chi aderisce alla cedolare, non pagherà l’imposta di registro e quella di bollo ma dovrà rinunciare agli aggiornamenti del canone, compreso quello Istat sull’inflazione. SUPER-DETRAZIONE Gli inquilini che vivono in affitto in alloggi sociali adibiti ad abitazione principale avranno la possibilità di applicare un ulteriore sconto sull’Irpef. Si tratta di una detrazione complessiva da 900 euro per redditi che non superano i 15.493 euro e di 450 euro per quanti dichiarano un reddito fino a 30.987 euro. Sono previsti sconti fiscali anche per le società proprietarie di immobili sociali. Potranno offrire agli inquilini nuovi contratti di affitto con riscatto a condizioni agevolate. CONTRATTI IN NERO Lo scorso marzo la Consulta ha cancellato le sanzioni previste contro i proprietari di casa che avevano affittato gli alloggi in nero. Per ripristinare la possibilità a un inquilino di denunciare (con sconti sul canone) senza subire conseguenze il proprietario di un appartamento che non denuncia al fisco l’affitto, il “Piano casa” introduce il divieto di sfratto fino a fine 2015. ALLOGGI PUBBLICI IN VENDITA Oltre agli enti di edilizia residenziale pubblica, anche i comuni avranno la possibilità di immettere sul mercato le case che detengono direttamente. La possibilità di vendita comprende anche i condomini in cui il comune ha un possesso del 50%. In caso di alloggi sociali, li potranno acquistare, a condizioni di favore e con finanziamenti agevolati, solo gli inquilini. In cambio l’inquilino che diventa proprietario, deve impegnarsi a non rivendere l’immobile prima di cinque anni. FONDI PER MOROSITA’ INCOLPEVOLE Il governo ha ampliato i fondi da destinare a quanti, causa forza maggiore come la perdita del lavoro, non possono più pagare l’affitto. I “morosi incolpevoli” (che rispetteranno determinati paletti) potranno attingere dal fondo pubblico per evitare lo sfratto. Questo dopo il boom di affitti non pagati a causa della crisi. NIENTE LUCE E GAS AGLI ABUSIVI Chi occupa abusivamente una casa non può ottenere la residenza e neanche l’allaccio di luce e gas. I fornitori infatti dovranno accertare se i richiedenti hanno o no il diritto all’attivazione dei servizi di fornitura. In più chi ha occupato abusivamente un immobile non potrà chiedere per cinque anni di essere inserito nelle liste per l’assegnazione delle case popolari. EXPO Il comune di Milano riceverà per l’Expo un contributo da 25 milioni nel 2014. di Antonio Spampinato