Emissioni manipolate, test truccati: è lo scandalo del dieselgate, scoppiato lo scorso autunno, che ha colpito principalmente la Volkswagen. Eppure, a parte una multa e un risarcimento, la casa automobilistica tedesca e il mercato in generale non sembrano aver risentito dello scandalo. Dopodomani l’assemblea degli azionisti approverà il bilancio del 2016 della multinazionale di Wolfsburg. E quello che si legge nella relazione - come riporta il Messaggero - ha dell’incredibile: "le attività del gruppo sono in gran forma, come mostrano chiaramente i risultati al netto degli oneri straordinari" è l’analisi del ceo Matthias Mueller. Una perdita c’è stata, poco meno di 1,6 miliardi, ma a compensarla ci sono i 16,2 miliardi di accantonamenti destinati a far fronte alle eventuali conseguenze del caso emissioni. Conseguenze che, a quanto pare, non hanno colpito né la Volkswagen sotto il profilo dei ricavi e dei margini, né la produzione automobilistica tedesca e europea. Il bilancio - È vero che si tratta pur sempre del primo bilancio in passivo dal 1993, ma il risultato operativo, che ammonta a 12,8 miliardi, è in linea con quello del 2014, mentre il fatturato, che ha raggiunto i 213 miliardi, è in crescita del +5,4 percento e dipendenti, che sono oltre 610 mila, sono aumentati del +3 percento. Anche la liquidità è passata dai 17,6 ai 24,5 miliardi e nessuno dei brand che fanno capo alla casa automobilistica ha sofferto dello scandalo del dieselgate, a dimostrazione della solida reputazione che il colosso di Wolfsburg ha saputo costruire negli anni. Il valore dell' azione, e la relativa capitalizzazione, ha sofferto relativamente, incassando una perdita in linea con quella dei più solidi gruppi del settore. La scorsa settimana, il titolo ha chiuso alla borsa di Francoforte a 137 euro, in crescita di quasi il 10 percento rispetto al venerdì precedente. A metà settembre 2015, prima del caso emissioni, l'azione valeva 167 euro. Negli Usa - Negli Stati Uniti, era stata presentata nei mesi scorsi un’azione collettiva dei consumatori, la cosiddetta class action, contro la Volkswagen per ottenere risarcimenti e danni punitivi nei confronti della multinazionale. In caso di verdetto favorevole, la sentenza avrebbe effetto in tutti i casi in cui simili in futuro. Tuttavia, nei giorni scorsi, il gruppo tedesco ha raggiunto un’intesa di principio con le autorità statunitensi allo scopo di disinnescare la class action e ha annunciato che, per motivi legali, non potranno per ora essere pubblicati i riscontri delle indagini interne ancora in corso. Un dato è certo: le vendite non hanno subito contraccolpi irreparabili neppure negli Stati Uniti. Le consegne di auto sono in crescita in tutte le principali aree del mondo rispetto al periodo record del gennaio-marzo 2015. Le vendite delle vetture del marchio Volkswagen sono stabili in Europa e cresciute del 4,8 percento nella zona Asia-Pacifico.