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Rivoluzione dvb-t2, entro il 2022 addio al digitale terrestre: perché bisogna cambiare tv e antenna

di Giovanni Ruggiero martedì 31 ottobre 2017

2' di lettura

Nel testo della legge di Bilancio 2018 si nasconde un'imminente rivoluzione per la televisione italiana, compresi tutti gli apparecchi attivi oggi nelle case degli italiani. Come riporta Dday.it, entro il 2022 tutte le trasmissioni dell'attuale digitale terrestre dovranno passare al sistema Dvb-T2, uno standard che si appresta a diventare legge. Come riporta l'articolo 89 intitolato "Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G", saranno compatibili con la nuova tecnologia solo gli apparecchi acquistati dal 2017, che oggi sono al massimo l'8%. Sui modi con cui avverrà il passaggio il legislatore non si è ancora espresso. I tempi però saranno ben più repentini di quelli già visti con lo switch dal segnale analogico all'attuale digitale terrestre, durato sei anni con la coesistenza dei due tipi. In questo caso il passaggio nel 2022 sarà repentino e immediato, non essendo possibile il cosiddetto simulcast per le emittenti televisive. Il piano previsto nella cessione al 5G della banda 700, stabilita dall'Unione europea, prevede anche la riforma completa della numerazione unica. Come ricorda Dday.it, il "famigerato Lcn, tutt'ora oggetto di contezioso" sarà rivisto, con inevitabili ricorsi al Tar di chi si sentirà penalizzato dal nuovo numero del canale assegnato. Il rischio per le emittenti, soprattutto quelle locali, sarà quello di sparire drasticamente dagli schermi delle Tv di chi non ha voluto cambiare il proprio apparecchio con uno più recente. In più sarà necessario rivedere l'impianto dell'antenna, un'operazione più semplice per chi abita in una casa indipendente, molto meno per i condomini che dovranno chiamare in massa gli antennisti, con prevedibili disagi per il sovraffollamento di richieste. Il governo ha previsto anche una copertura finanziaria per ammortizzare i costi del passaggio, ma a prima vista le risorse sembrano già insufficienti. Dall'asta per la concessione della banda 700 per il 5G lo Stato prevede di incassare circa 2 miliardi e mezzo di euro. Ma la somma prevista da reinvestire per il passaggio al Dvb-T2 è di al massimo 750 milioni. Il resto, circa 1,7 miliardi saranno destinati alle casse dello Stato. Quel che più preoccupa sono le briciole che rimangono ai telespettatori per adeguarsi, cioè circa 100 milioni da stanziare come incentivo per i nuovi impianti spalmati in quattro tranche a partire dal 2019. Gli altri 600 milioni infatti andranno alle emittenti locali, come indennizzo per la rinuncia alla propria posizione nel Piano nazionale di assegnazione delle frequenze. Secondo i calcoli di Dday.it, pur prevedendo 25 euro a decoder/tv, sarebbero coperti dall'incentivo non più di 4 milioni di televisori. In Italia ci sono però 40 milioni di apparecchi, per ora solo 5 sarebbero compatibili con il nuovo sistema. Il rischio che per quasi tutti sarà di dover mettere mani al portafoglio. di Giovanni Ruggiero

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