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Berlusconi, il regalo di Natale: clamoroso patto segreto, la mossa su tv ed eredità ai figli

di Giulio Bucchi domenica 19 novembre 2017

2' di lettura

Chiamiamolo un "regalo" di Natale anticipato per Silvio Berlusconi. La verità è che il patto sancito con Vincent Bolloré e Paolo Gentiloni cambierà le prospettive future del Cavaliere e delle sue aziende. Nell'immediato, l'accordo raggiunto con Vivendi (anche se non ancora ratificato) "salva" Mediaset e soprattutto regala nuovi, suggestivi scenari alle comunicazioni italiane, non solo del Biscione.  Secondo quanto riporta Repubblica, il colosso francese avrebbe ufficiosamente rinunciato alla scalata al gruppo di Cologn o Monzese, con cui è in guerra da 12 mesi. Prima l'offerta di rilevare Premium, poi il passo indietro, la causa legale condotta da Berlusconi e Fedele Confalonieri, il rastrellamento (ostile) di azioni di Mediaset da parte di Vivendi, salita fino al 28 per cento. Ora però la marcia indietro: i francesi ricederanno progressivamente le azioni a Fininvest-Mediaset, scendendo fino al 5 per cento. Una "conciliazione" imposta anche dall'Agcom, che ha stabilito come la posizione di Vivendi fosse illecitamente egemone nelle telecomunicazioni italiane. Per Bolloré e il suo ad De Puyfontaine si prospetta una perdita secca notevole: per comprare le azioni avevano investito qualcosa come 1,25 miliardi di euro, ma ora il valore in Borsa del titolo è molto meno conveniente. Allora, al di là dei buoni rapporti con il Cavaliere e una causa miliardaria in ballo, perché lo fanno? La risposta è semplice: c'è la partita Telecom. E proprio su questo tavolo ci sarebbe l'accordo di controparte con Berlusconi, con la benedizione di Palazzo Chigi. Vivendi, a capo del nuovo polo creato con Canal Plus e Tim Vision, avrà in Mediaset un nuovo, fondamentale partner e contributore di contenuti. L'idea, affacciata da Berlusconi, è quella di un nuovo grande polo televisivo europeo, in grado di combattere ad armi pari contro Sky e Netflix. Gentiloni, nonostante l'opposizione del ministro Carlo  Calenda, non si è opposto e anzi favorirebbe la creazione del gigante, dietro la promessa di una partecipazione statale nella gestione delle infrastrutture. La ratifica dovrebbe arrivare dopo il 19 dicembre, quando si terrà l'udienza per la causa civile tra Mediaset e Vivendi e a ridosso dell'assegnazione dei diritti tv della Serie A. Se Premium se li aggiudicherà, potrebbe essere l'asso nella manica per Vivendi-Canal Plus-TimVision.  A pesare sulla scelta di Berlusconi, sottolinea Repubblica, sono stati anche il tema della divisione tra i 5 figli della eredità familiare ("Mediaset resterà sempre italiana e della mia famiglia", ha assicurato il Cav) e la campagna elettorale incombente, in cui le tv avranno un ruolo di primo piano. E tra qualche tempo, con più calma e senza veleni, si riparlerà dell'assorbimento di Premium nel nuovo soggetto franco-italiano.

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