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Manovra, ecco come funziona il condono fiscale: il sospetto, quale furbetto si può salvare

di Davide Locano domenica 30 dicembre 2018

2' di lettura

In manovra, alla fine, è ricomparso il mini-condono fiscale destinato ad aiutare i contribuenti in difficoltà. La sanatoria funziona con il cosiddetto meccanismo "saldo e stralcio" e riguarda le cartelle esattoriali emesse tra il 2000 e il 2017. Vediamo, nel dettaglio, come funziona il meccanismo. Potranno usufruire del condono i contribuenti che hanno dichiarato i redditi anche se poi non sono riusciti a versare le relative imposte. Sanabili le imposte oggetto di cartelle di Equitalia o di altro agente. Ci si potrà anche mettere in regola coi contributi dovuti all'Inps (la misura riguarda anche i lavoratori autonomi) o alle casse previdenziali professionali, "con esclusione di quelli richiesti a seguito di accertamento". Leggi anche: Manovra, le voci sul piano di Sergio Mattarella Per accedere al mini-condono sarà necessario presentare il modello Isee 2019. Sono previsti tre scaglioni di reddito, con differenti aliquote per sanare la propria posizione col Fisco. Fino a 8.500 euro si pagherà il 16% del debito totale (che comprende sanzioni, interessi e quota capitale). Fra 8.501 e 12.500 euro l'aliquota sale al 20%, e tra 12.501 e 20.000 la cifra da versare si attesta sul 35 per cento. A queste cifre va poi aggiunto l'intesa somma dell'aggio maturato dagli agenti esattoriali e gli eventuali interessi sulle somme rateizzate, pari al 2% all'anno. Per le società in liquidazione, invece, l' aliquota sarà del 10%. I pagamenti possono essere effettuati in unica soluzione entro il 30 novembre 2019, oppure in cinque rate. La prima, pari al 35% del saldo e stralcio, entro il 30 novembre, e il 20% con scadenza 31 marzo 2020. Le altre tre rate (15% ciascuna) dovranno essere pagate entro 31 luglio 2020, 31 marzo 2021 e 31 luglio 2021. Non ci sono soglie sulle somme che si possono condonare: il solo requisito è quello del reddito. Per fare un esempio, per un debito fiscale e contributivo pari a 100mila euro, ci si potrà mettere in regola pagando, in base agli scaglioni, 16mila, 24mila o 35mila euro. Resta un nodo, contro il quale hanno puntato il dito le opposizioni, ed è quello relativo all'assenza di soglie per la sanatoria. Il dubbio, per dirla con le parole di Renato Brunetta di Forza Italia, è che il mini condono "possa diventare il paradiso dei finti poveri con beni e redditi nascosti o intestati a prestanome, più che un aiuto a chi è davvero in difficoltà".

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