Pensioni, Di Maio sfascia l'Inps: toglie ai pensionati per dare ai fannulloni
Qualcuno spieghi a Luigi Di Maio che l' Inps non è un bancomat. Da quando è ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico non ha mai smesso di saccheggiare le già malandate casse dell' ente presieduto da Tito Boeri. Ha iniziato a giugno con la Telecom, firmando un contratto di solidarietà per quasi 30mila lavoratori. In pratica i dipendenti dell' ex monopolista dei telefoni lavoreranno un po' di meno, ricevendo in busta paga un aiuto economico a sostegno del reddito. Chi lo stacca questo assegno? L' Inps. Pochi giorni fa l' accordo sull' Ilva. L' acquisizione dell' acciaieria da parte di Arcelor Mittal è subordinata a un intervento pubblico, quantificato in 250 milioni circa, per tutelare i dipendenti che non rientreranno nei piani della nuova proprietà della fabbrica tarantina. Chi farà la parte del leone, con una raffica di ammortizzatori sociali? L' Inps. Da poco ha promesso di risolvere una crisi aziendale, quello della toscana Bekaert: l' azienda cessa l' attività per delocalizzazione, gli oltre 300 operai andranno in cassa integrazione. Chi si farà carico del salario di queste persone? L' Inps. Sono capaci tutti a governare attingendo dalle casse di Boeri. E veniamo al piatto forte della proposta governativa cinquestelle: il reddito di cittadinaza. Di Maio però non è uno che si accontenta. E fra i suoi desiderata c' è pure la pensione di cittadinanza. Chi dovrà farsi carico di versare tutte questre rendite? L' Inps. Per approfondire leggi anche: Vittorio Feltri: "Prenderei a sberle Luigi Di Maio" Spieghiamoci meglio. M5S ha conquistato il 33% alle elezioni del 4 marzo, promettendo a parecchia gente un assegno di 780 euro al mese. Rigorosamente disoccupati. A parte il fatto che per aiutare i senza lavoro bisognerebbe creare le condizioni per generare nuova occupazione (magari tagliando le tasse), va precisato che l' assegno di cittadinanza sarà erogato appunto dall' ente di previdenza. E per inserire il provvedimento nella manovra è pronto a mettere in discussione la poltrona di Giovanni Tria. Gli rompe l' anima perché vuole 10 miliardi da spendere allo scopo di addolcire il conto in banca di milioni di persone, che tuttavia non cercano un' occupazione. Soprattutto al Sud. Pur di sventolare il risultato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è pronto anche a vare un reddito di cittadinanza soft. Più basso. Come? Ampliando la platea dei beneficiari del Rei, il reddito di inclusione per i poveri voluto dal governo Pd. Si dovrebbe partire da importi sotto i 500 euro mensili e da un ampliamento della platea del Rei dalle attuali 800.000 persone a 1,8 milioni. Capite? Di Maio aveva promesso una torta a ogni elettore, invece proporrà soltanto una fettina piccola piccola. Un assaggio, ovvero una degustazione di reddito di cittadinanza riservata ovviamente ai votanti del Mezzogiorno. Il bello, o meglio il brutto, è che si fanno promesse di elargizioni con i quattrini che, a fatica, raccatta l' Inps. Già perchè il Rei, così come il reddito di cittadinanza, uscirà dall' ente previdenziale. Il quale anche quest' anno chiuderà il bilancio con un passivo di oltre 4 miliardi. Nonostante l' incremento di contributi versati, grazie all' aumento di occupati, seppur precari. Fermiamoci un secondo per ragionare: Di Maio ha sempre sostenuto, così come la Lega, che va modificata la legge Fornero. Bene. Se la gente andrà in pensione prima dei 67 anni previsti - si parla di quota 100 come somma fra età anagrafica e contributiva a partire da 62 anni - ci sarà un ammanco per l' Inps, che riceverà meno contributi e dovrà versare più rendite. Giusto? Ma dove trova allora l' istituto di Boeri i denari per sfamare i disoccupati cari a Giggino? Certo, sempre Di Maio ha in mente di tagliare le pensioni sopra i 3.900 euro netti. Non basta comunque. E questi 10 miliardi allora per il reddito di cittadinanza da dove salteranno fuori? Pensionati, tremate... il leader M5S è scatenato. di Giuliano Zulin