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Paolo Savona, a luglio il faccia a faccia con Mario Draghi a Francoforte: cosa si sono detti

Matteo Legnani
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Dopo tanto clamore quando era stato indicato come ministro dell'Economia, Paolo Savona è diventato, da titolare degli Affari Europei, uno dei ministri più silenti del governo giallo-verde. Una sola intervista ai giornali in quasi due mesi. Non sorprende, dunque, che dell'incontro tra lo stesso Savona, euroscettico, e il presidente della Bce Mario Draghi, si sia saputo solo nelle scorse ore, anche se il faccia a faccia tra i due s'è svolto a Francoforte in luglio. L'incontro, che è stato confermato da fonti Bce e del quale dà conto La Stampa, ha visto Savona assicurare a Draghi che con la manovra il governo non andrà oltre il 3% di deficit, ma dentro questo limite l'intento è di spingere l'asticella il più possibile verso l'alto, in modo da poter avviare almeno fette di Flat Tax, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. Savona avrebbe avvertito Draghi che queste misure serviranno anche in una prospettiva di "conservazione" dell'Unione, anche in vista delle elezioni europee che si terranno nella primavera del 2019: "Se a Bruxelles continuano così, diventano i più grandi alleati dei populisti" riferisce una fonte vicina al ministro. Savona avrebbe presentato al presidente Bce un progetto per avere 50 miliardi di investimenti pronti da spendere. Arriverebbero dal differenziale tra import ed export del nostro Paese, una cinquantina di miliardi che andrebbero spesi utilizzandoli come volano per la crescita. Leggi anche: Paolo Savona, la tremenda minaccia: "Uscita dall'euro, c'è il rischio cigno nero"

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