Congelata l'Iva (per soli tre mesi)Ci massacrano con altre tasse
Tregua estiva per le tasse. Dopo l'Imu rimandata a metà settembre, anche per l'Iva il governo delle grandi alleanze opta per lo stop and go di 90 giorni e non va oltre il mini rinvio. L'aumento dell'aliquota relativa all'imposta sul valore aggiunto dal 21 al 22% previsto per il 1 luglio, slitta di tre mesi. Analogo congelamento a quello già stabilito per il balzello sulle prime abitazioni. Incapace di prendere decisioni incisive, minato dalle liti nella maggioranza oltre che dalla bufera giudiziaria che ha investito per l'ennesima volta Silvio Berlusconi (con la condanna a 7 anni nel processo Ruby), l'esecutivo guidato da Enrico Letta può fare l'unica cosa possibile: prendere tempo. Il provvedimento sarà approvato oggi dal consiglio dei ministri al 99,9% come ha assicurato ieri il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio. Tuttavia, non è da escludere la possibilità che la riunione a palazzo Chigi venga spostata a sabato, con una convocazione straordinaria. Opzione che potrebbe consentire al premier Letta di dare il via libera al decreto dopo il Consiglio europeo in programma domani e venerdì. La questione principale è legata alle coperture finanziarie. Il rinvio di 90 giorni serve un miliardo, mentre per rimandare la stangata a dicembre ne servirebbero 2. Troppi. Almeno in questa fase, resa ancor più complicata dalla fiammata sugli spread (ieri ha ciuso a quota 308 punti) che potrebbero far salire, nel secondo sembestre 2013, il costo degli interessi sulle emissioni di bot e btp. Il rendimento dei titoli di Stato viaggia di nuovo verso il 5% e l'impennata ha fatto salire la tensione a via Venti Settembre. Ragion per cui, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, non concederebbe più dei 90 giorni programmati. Le ipotesi di copertura finanziaria vanno da un aumento delle accise sui carburanti ad un incremento della tassazione sulle sigarette elettroniche e sui giochi, anche se il gettito derivante dal segmento lotterie e simili è ormai in calo. Il testo sull'Iva approderà al cdm con un testo aperto e con diverse ipotesi ancora sul tavolo. Come una tantum si è parlato anche di cartolarizzazione degli immobili pubblici, ma non è esclusa nemmeno la possibilità di una rimodulazione delle aliquote, oggi suddivise in tre tranche (al 4, al 10 e al 21%). Alcuni prodotti potrebbero cioè «salire di un livello», mentre il 22% verrebbe introdotto solo per alcuni beni considerati di lusso. Un modo per rendere il rialzo più equo e per ridare fiato ai consumi degli italiani, in picchiata da quasi un anno. Anche ad aprile, infatti, le vendite al dettaglio hanno registrato un altro segno meno, non risparmiando, ma anzi penalizzando, anche gli alimentari. Per bere e mangiare le famiglie hanno speso il 4,5% in meno, pari ad oltre 300 euro in meno rispetto all'anno scorso, calcolano Adusbef e Federconsumatori. Quello dei «tre mesi» è un compromesso. Da una parte le rivendicazioni di bandiera del Pdl, con Renato Brunetta che ha lanciato un vero e proprio diktat al governo: senza rinvio, tutti a casa. Dall'altra parte, c'è l'esigenza di mettere a punto un piano di copertura che sia credibile, affidabile, anche rispetto all'analisi della Commissione Ue. Alla fine della giostra decide sempre Bruxelles. di Francesco De Dominicis twitter@DeDominicisF