Dopo una vita passata a lavorare il terrore di ogni pensionato italiano è di vedersi divorare i risparmi dalle tasse, dai prezzi che salgono e dal potere d'acquisto che si riduce via via. L'edizione di Panorama di questa settimana concede ampio spazio a consigli e suggerimenti per chi accarezza l'idea di fuggire dall'Italia per godersi il meritato riposo con il portafogli pieno. Consigli non solo ai pensionati, ma anche a persone che semplicemente vogliono sfruttare all'estero il loro piccolo capitale. Prima di partire - Sul Panorama, inoltre, fa capolino un focus dedicato tutto ai più anziani, insomma a chi è già in pensione: un decalogo sulle regole da seguire per trasferirsi all'estero senza traumi e con la massima semplicità. Si parte, ovviamente, dal denaro, ovvero dal budget mesile a disposizione. La scelta della destinazione deve basarsi su quanto si intasca al mese. Ci sono paesi in cui si può vivere sereni con 800 euro mensili. Occhio a parlarne con moglie o marito prima di decidere: se uno dei due dovrà scendere a compromessi, prima o poi i nodi verranno al pettine. Meglio concordare insieme. Toccare con mano - L'idea che si ha di un posto potrebbe non corrispondere alla cruda realtà. Tanto vale, scrive Panorama, trascorrere un po' di tempo nel luogo prescelto, o provarne più di uno. Sarà l'occasione per verificare quanto costa la vita e la qualità dei servizi offerti. In pensione poi si è giovani dentro, ma fuori non si è più ragazzini. Si possono anche evitare passaggi drastici e optare per un graduale trasferimento all'estero, per esempio passando lunghi periodi fuori casa, mantenendo casa in Italia. Allenarsi al relax - Soprattutto nei paesi fuori dell'Unione europea è richiesto un visto. Per i pensionati ci sono spesso strade burocratiche alternative con programmi statali dedicati e agevolazioni interessanti. Ma la vera domanda da porsi è: siamo pronti a rilassarci davvero? Farlo già fuori casa è improbabile, meglio cominciare a rilassarsi prima di partire e chiarirsi le idee su quel che piacerebbe fare davvero. Noio volevam savuar - Il neo degli italiani all'estero è quasi sempre la conoscenza di una lingua che non sia la propria. Visto che l'Italiano è riconosciuto solo a San Marino, Città del Vaticano e Svizzera, sarebbe bene studiare un po' e imparare qualche parola utile nella lingua del posto in cui si vuole andare. Buttatevi - Partire non è e non deve essere una decisione irreversibile. Una volta deciso dove e come andare, fatte le valigie non resta che prenotare il volo e partire. La paura non deve avere il sopravvento, così come si è partiti, si può sempre tornare indietro o cambiare destinazione. Non c'è più un ufficio che vi aspetta, prendetevi tutto il tempo che vi serve. Dove pagare le tasse - Una volta espatriati, il rischio è di pagare le tasse due volte. Panorama spiega che chi mantiene la residenza in Italia, sarà tassato dal fisco italiano. Ma risultando residente all'estero per almeno 183 giorni all'anno, pagherà le tasse dove risiede. C'è la possibilità di evitare la doppia imposizione e godere di sgravi in paesi convenzionati con l'Italia, per esempio, è in vigore in paesi come Tunisia, Bulgaria, Filippine, Ecuador e Spagna (la lista completa sul sito dell'Inps o del ministero delle Finanze). In questi paesi l'Inps versa la pensione lorda e questa viene tassata in base alle regole del posto. In genere, però, chi viene dalla pubblica amministrazione riceve la pensione netta, quindi paga una volta sola. L'assistenza sanitaria - Se la meta è all'interno dell'Unione europea, in Svizzera o nello spazio economico europeo (Islanda, Norvegia, Lichtestein), si può ottenere l'assistenza sanitaria a carico dell'Italia. Va però trasferita la residenza all'estero e consegnato il modulo S1 (dal sito del ministero della Salute) all'ufficio di assistenza sanitaria di dove si risiede. Fuori dall'Europa, l'Italia - prosegue Panorama - ha in piedi alcune convenzioni a copertura degli italiani residenti in Australia, Argentina, Brasile, Capo Verde, Città del Vaticano, Macedonia, Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Principato di Monaco, San Marino e Tunisia. Niente paura per gli italiani senza copertura sanitaria nel paese estero in cui risiedono. Anche per loro c'è diritto alle cure mediche e per casi urgenti in ospedale, ma per non più di 90 giorni.