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Ecofin, sì alla vigilanza bancaria: trovato l'accordo

Bce

Dopo 17 ore di discussione raggiunta un'intesa all'Ecofin. Entusiasta la Merkel: "Accordo di valore inestimabile. La Germania ha raggiunto i suoi obiettivi"

Andrea Tempestini
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Tra un anno e sei mesi la Banca centrale europea sorveglierà le banche dei Paesi dell'Eurozona: sull'altare della stabilità monetaria viene sacrificata un'altra porzione di sovranità nazionale. L'accordo è stato raggiunto nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì a Bruxelles, dove all'Ecofin, i ministri delle Finanze dei 27 paesi membri dell'Unione Europea, hanno trovato un compromesso dopo una maratona di ben 17 ore. Esulta la Merkel - Il commissario Ue per il Mercato interno, Michel Barnier, ha esultato: "Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, l'unione bancaria verrà costruita a partire da questo primo passo fondamentale di oggi". Entusiasta anche Angela Merkel, che getta la maschera: "E' un accordo di importanza decisiva, anche se l'importanza dell'intesa non si può pienamente valutare. Noi - ha spiegato - comunque siamo riusciti ad assicurare gli interessi della Germania". Sovranità, addio - A lato pratico, la supervisione inizierà già a marzo, ma per entrare a regime saranno necessari dodici mesi. Sotto il controllo stringente dell'istituto centrale di Francoforte ci finiscono le banche che possiedono oltre 30 miliardi di asset, oltre a quelle che rappresentano il 20% del Pil delle rispettive economie nazionali, nonchè qualsiasi altro istituto che la Bce ritenga "opportuno". L'Eurotower, tra le altre cose, potrà anche ritirare le lincenze bancarie o sanzionare gli istituti che non sottostanno alle regole. Verso l'unione bancaria - Il passo mosso a Francoforte va in una duplice direzione: ci si avvicina sia all'unione economia sia a quella bancaria nel Vecchio Continente. Si tratta di un passaggio decisivo per il trasferimento di parte dei poteri e dell'autorità dei governi nazionali alle autorità continentali. Inoltre, l'intesa, permetteraà al fondo si salvataggio comune di intervenire direttamente nel caso in cui gli istituti europei versassero in difficoltà economiche.

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