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Monti: Non drammatizzare la reazione dei mercati"

Mario Monti

Andrea Tempestini
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  Il balletto di Mario Monti. Prima, nell'intervista concessa a Repubblica, spiega di "temere" lo spread (e, tra le righe, si può leggere che il Prof "tifa" per lo spread stesso: più il differenziale sale, più lui verrà indicato come unico possibile salvatore della patria). Poi, nel pomeriggio dello stesso lunedì 10 dicembre, quando la reazione negativa dei mercati e dello spread è ormai una certezza, è ormai storia, getta una secchiata d'acqua sul fuoco: "Capisco le reazioni dei mercati, ma non vanno drammatizzate. Ricordo ai mercati - ha aggiunto - che questo governo è ancora in carica". Sì, ma per poco: la spina verrà staccata (o, meglio, si dimetterà lui stesso) subito dopo il varo della legge di stabilità, atteso a ridosso di Natale. Ma si candida? - Monti nicchia. Monti balla. Accende la paura dello spread e poi cerca di spegnerla. Annuncia dimissioni e poi ricorda che il suo esecutivo è ancora vivo e vegeto. E aggiunge: "Tutti i miei sforzi sono concentrati su quello che resta da fare". Ma il tempo per realizzare ciò che secondo il Prof deve essere realizzato, semplicemente non c'è. Mario ballerino continua a non fare chiarezza nemmeno sul suo futuro politico. Si candida? Non si candida? E la sua lista, come sostengono diversi rumors, è già stata scritta? Lui taglia corto: "Candidarmi? Non sto considerando questa questione in particolare, in questa frase". Una mezza ammissione, dunque, come un indizio schiacciante è la sua presenza in televisione, martedì 11 dicembre: il "prof prezzemolino" occupa il tubo catodico e apre le danze elettorali. Impegni continentali - Infine, per non farsi mancare nulla, Monti spende belle parole per il premier che sarà, qualunque faccia esso abbia. "Chiunque vince le elezioni - ha assicurato da Oslo, in Norvegia - sarà responsabile con gli impegni presi dall'Europa". Quello che il premier non aggiunge è che vorrebbe essere lui, a vincere queste elezioni (ma i primi sondaggi lo pongono addirittura fuori dal podio). Quello che il premier non dice, infine, è che il prossimo Presidente del Consiglio potrebbe essere costretto a "rispettare gli impegni con l'Europa", perché come ultimo atto del governo tencico, Monti potrebbe chiedere lo Stato di crisi dell'Italia e "venderci" (definitivamente) al Vecchio Continente. Mette in guardia dai pericoli  - Intato visto che ormai per lui sembra cominciata una campagna elettorale, il Prof vede una deriva verso il populismo come un male assoluto: "Il rischio di politiche populistiche c'è e c'è in ogni Paese. Va bene tenerlo presente nella campagna elettorale. Serve uno sforzo collettivo, c'è la convinzione che i cittadini sono maturi, non disposti a credere a promesse irrealistiche, da qualunque parte arrivino queste promesse. Mi auguro che la campagna elettorale sappia muoversi nella prospettiva che i cittadini non sono sciocchi, ma maturi". E visto che secondo il premier i suoi connazionali non sono dei cretini ricorda pure che non sono disposti a credere alle favole: "Dal dibattito elettorale i cittadini escano con le idee un pò più chiare e non con mistificazioni e promesse irrealizzabili. Se qualcuno vorrà negare il fondamento di queste cose fatte, mi auguro che ci siano altri che argomenteranno in senso opposto". Insomma per lui l'unica campagan elettorale giusta ha un solo slogan: "Bravo Prof". Le altre sono da ignorare. Chissà se gli italiani la pensano davvero così.  

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