Draghi: "Ridurre la spesa corrente, non aumentare le tasse"
La ricetta di Mario Draghi è semplice: più tagli, meno tasse. Lo ha affermato intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico all'Università Bocconi, dove ha perso parola anche il premier, Mario Monti. Il numero uno della Bce ha sottolineato come "l'evidenza prevalente indica che il consolidamento fiscale ideale deve essere centrato su riduzioni di spesa corrente, e non su aumenti di tasse. Anche chi non condivide questa impostazione è d'accordo sul fatto che il processo sia percepito come credibile, irreversibile e strutturale perché abbia effetto sugli spread sovrani e che le condizioni di stabilità dei prezzi e dei mercati finanziari siano tali da non ostacolare il consolidamento fiscale". Le similitudini - Un programma, quello di Draghi - il "candidato" proposto dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro - che ricorda da vicino quello della Forza Italia del 1994 e di Silvio Berlusconi. Meno Stato, meno spese e una (auspicabile) sforbiciata alla mostruosa pressione fiscale che contraddistingue da anni il Belpaese. Draghi, nel suo intervento, ha poi difeso con vigore la moneta unica, spiegando come "la stabilità finanziaria dell'euro è nell'interesse di tutti, in primis dei paesi creditori, che hanno un'esposizione maggiore. Più è alta la sfiducia nell'euro - ha aggiunto il numero uno dell'Eurotower -, più alti sono i flussi che vanno verso gli altri Paesi". Verso l'unione politica - Draghi ha poi esortato i governi della moneta unica a continuare con gli sforzi e i piani di consolidamente, insistendo sul fatto che "spetta ancora ai governi lo sforzo maggiore per il recupero della credibilità". Secondo il governatore dell'istituto di Francoforte, "l'obiettivo finale dell'Unione Europea deve essere un'unione politica integrata. Ci vorrà molto tempo - ha aggiunto -, ma nel frattempo sarebbe un errore non agire. Senza la condivisione della sovranità nazionale a livello europeo, la stessa sovranità dei singoli stati è in pericolo. Questa - ha concluso - è la prima lezione della crisi all'Europa".