Monti, non solo patrimoniale: immobili, conti e una tantum, tutte le possibili mazzate
Al professore prima scappa la verità sulla tassa più odiata, poi si rimangia tutto. Tranquilli, ecco tutti i modi con cui ci può spennare
di Ugo Bertone Patrimoniale, dice Mario Monti, salvo poi rettificare con una smentita che non tranquillizza più di tanto gli italiani. Ma dovesse il Professore dare seguito in questi ultimi mesi al suo annuncio-non annuncio, cosa rischiano concretamente i detentori di patrimoni nel nostro Paese? Ecco alcune ipotesi, tratte dalla storia e dal dibattito recente sul tema. «Se è vero che il debito pubblico è la strozza più soffocante sul collo dei nostri giovani, sarebbe responsabilità delle nostre generazioni che quel debito l'hanno creato non lasciarlo in eredità ai giovani, almeno non in questa devastante misura». Difficile non convenire con questi nobili propositi di Giuliano Amato. Ma, in questo caso, il fine non giustifica i mezzi. «Il debito è di 30 mila euro a italiano – ragionava il dottor Sottile - Liberarci di un terzo di esso già lo ricondurrebbe a dimensioni governabili, sotto l'80%; significherebbe pagare 10 mila euro a italiano. Ma siccome gli italiani non sono tutti uguali, potremmo mettere la riduzione a carico di un terzo degli italiani. A quel punto sarebbero 30 mila euro a testa per un terzo degli italiani: magari pagabili in due anni». Insomma, una mazzata destinata a piegare la residua resistenza del ceto medio, la carne da macello di un'operazione di questo tipo che, tiene a sottolineare l'ex premier, non è una patrimoniale. Leggi l'articolo integrale di Ugo Bertone su Libero in edicola oggi, martedì 13 novembre