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L'allarme della Bce: tra tutti i Paesi Ue, in Italia crescita minore, preoccupa la disoccupazione

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Lucia Esposito
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  L'Italia è il paese dell'Eurozona, insieme ai Paesi Bassi, che nell'ultimo decennio ha registrato il maggior deterioramento delle prospettive di crescita di lungo termine. E' quanto si legge nel bollettino mensile della Bce. L'Italia, prosegue Francoforte, è inoltre il Paese, insieme alla Germania, che a partire dal 1999 ha registrato prospettive di crescita inferiori alla media dell'area euro. Se tali prospettive per Berlino sono rimaste relativamente stabili, sottolinea la Bce, in Italia hanno invece manifestato una tendenza al ribasso.  L'Italia un grande punto di debolezza, cioè l'elevato debito: è tra i 5 Stati dell'area valutaria - assieme a Grecia, Portogallo, Irlanda e Belgio - in cui supera il 100 per cento del Pil. «In Italia - dice la Bce - il disavanzo delle amministrazioni pubbliche è diminuito nel 2011 al 3,9 per cento del Pil, dal 4,6 del 2010. Pil Nel primo trimestre del 2012 la crescita del Pil in termini reali dell'area euro ha ristagnato rispetto al periodo precedente", prosegue Francoforte, "Gli indicatori disponibili per il secondo trimestre segnalano un indebolimento della crescita e mettono in luce un contesto caratterizzato da incertezza". "Su un orizzonte temporale più lungo", si legge ancora nel bollettino, "il Consiglio direttivo seguita ad attendersi che l'economia dell'area dell'euro registri una graduale ripresa" Occupazione ercato del lavoro è continuato a peggiorare e questo trend, secondo quanto emerge dal bollettino dalla Bce, è destinato a continuare nei prossimi mesi a causa della debole crescita economica e della debole attività delle imprese. Gli analisti dell'Eurotower rilevano, in particolare, che «l'occupazione sta diminuendo costantemente e il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli storicamente elevati».  

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