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Il piano di Monti e Merkel: i tagli dopo le tasse

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Il premier ammette: la priorità è la crescita

Nicoletta Orlandi Posti
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  Si è reso conto, forse, che per sistemare i conti non si può andare avanti a colpi di tasse e così, già lunedì prossimo Mario Monti porterà in Consiglio dei Ministri un'analisi del flusso della spesa pubblica, indispensabile per arrivare entro l'anno ai tagli. L'accelerata sulla "spending rewiew" è indispensabile sia per recuperare la fiducia dei cittadini, sia per tentare di far crescere i mercati. Il premier sa che non sarà facile far fronte alle "resistenze" che lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Passera, aveva denunciato e che nel governo vengono ricondotte agli apparati ministeriali. Ma tant'è: i tagli vanno fatti entro l'anno, o rischia di saltare tutto.  Incontro a Bruxelles Dopo aver incardinato l'operazione-tagli con metodi e tempi, Monti passerà al capitolo riforme: al primo punto dell'agenda c'è la riduzione del 20% dei parlamentari e la revisione della legge elettorale.  E l'incontro di questa mattina a Bruxelles tra Mario Monti e la Cancelliera Angela Merkel si è concentrato proprio sulla necessità di uscire dalla crisi attraverso misure per la crescita. La Cancelliera sta vedendo vacillare l'alleanza con Sarkozy (che il prossimo sei maggio sfiderà Hollande al ballottaggio), quindi cerca nuove sponde in Europa e l'incontro con Monti ha sugellato un'intesa sulla linea da tenere. Meno rigore, più crescita: esattamente come aveva indicato qualche giorno fa il presidente della Bce Mario Draghi che aveva invitato il governo ad avere più coraggio.     Ammisisone di Monti  Lo stesso premier, in una conferenza stampa ha ammesso che bisogna lavoare molto velocemente su un contesto strategico per avere crescita senza che   questo contrasti con il buon lavoro sulla disciplina fiscale atto   inizialmente su impulso della Germania.  "Non possiamo negare che le   riforme strutturali da sole non possono portare crescita". E' quanto   ha ammesso il premier Mario Monti, nel suo intervento all'European   business summit, ricordando che "tutte le riforme strutturali e le   misure di consolidamento fiscale sono deflazionistiche, non portano   automaticamente la crescita e questo significa che se non c'è domanda  per i prodotti la crescita non si materializza". Il premier ha inoltre auspicato che la riforma del lavoro possa essere presto trasformata in legge.    

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