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L'avversario peggiore per Obama? Un cardinale

Dolan, arcivescovo di New York, attacca Barack su scuola, ospedali ed enti di carità, Può indirizzare il voto di 78 milioni di americani

Giulio Bucchi
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Non è un Repubblicano. Non ha mai nominato Obama. Ma il discorso che ha fatto qualche giorno fa davanti a 1000 persone al Liceo Diocesano della Santa Trinità a Hicksville a Long Island, nello Stato di New York, è la minaccia più concreta che sia mai stata fatta finora, contro la rielezione dell'attuale presidente, in questa campagna elettorale. Il soggetto è il neo cardinale Timothy Dolan, appena rientrato a New York, di cui è arcivescovo, dalle cerimonie in Vaticano per la elevazione sua e di un'altra ventina di alti prelati nel Collegio dei consiglieri del papa. Dolan, durante le giornate romane, era stato anche chiacchierato come possibile futuro papa dopo Ratzinger, ma non è questa voce che gli conferisce oggi uno straordinario potere negli Stati Uniti. Da un anno Dolan è infatti anche il presidente della Conferenza dei vescovi americani, quindi la guida spirituale di 78 milioni di cattolici, più di un quarto della popolazione. Da quando l'amministrazione ha disposto che le scuole, gli ospedali e gli enti di carità che appartengono alle organizzazioni religiose devono fornire ai propri dipendenti la copertura per l'acquisto dei preservativi e per le altre spese relative al controllo delle nascite all'interno della polizza sanitaria obbligatoria secondo la legge Obamacare, Dolan è insorto. I datori che rifiutano di assicurare i propri lavoratori, per la stessa legge, devono pagare una multa, ma il neo cardinale si oppone alla misura anche se Obama ha cercato di correre ai ripari dopo le prime sfuriate del clero. Ora infatti dovrebbero essere le assicurazioni (che non vogliono) a pagare la copertura , e non più i religiosi. Ma il compromesso è stato respinto, perché permane il principio di costringere i vescovi a dare ai dipendenti nelle scuole e nelle cliniche delle loro diocesi una polizza che contiene la copertura per una prestazione che va contro i principi del cattolicesimo. "Non imporre i tuoi insegnamenti su di noi e non farci fare come Chiesa ciò che noi riteniamo non concepibile", ha tuonato Dolan. "La lotta sulla polizza sanitaria è una battaglia sulla libertà di religione. Non è sulla contraccezione. Non è sulla salute della donna. No. Noi stiamo parlando di una intrusione radicale, non dovuta, senza precedenti, nella vita interiore e nella integrità della capacità di una Chiesa di insegnare, servire e santificare alla propria maniera". Usando il suo noto senso dell'umorismo, Dolan è arrivato a dire: "Supponete che ci sia un dottore che dice a un uomo, che soffre di disfunzioni sessuali, ". Ma la sostanza è seria: "Pensavo che ci fosse una vocazione, una chiamata al matrimonio, ad avvicinarsi con responsabilità alle nozze. Io non ricordo che ci sia un diritto al matrimonio. Ora sentiamo che c'è un diritto alla sterilizzazione, all'aborto e alla contraccezione chimica. Viviamo in un'era che sembra scoprire nuovi diritti ogni giorno e che poi si aspetta che il governo, la cultura e la società li paghino. La Chiesa enfatizza la responsabilità più dei diritti". Dolan ha riproposto anche una frase dell'ex presidente democratico Lyndon Johnson a proposito della forza della Chiesa: "Come americano, disse Johnson, guardo alla Chiesa come ad un alveare. Se tu lo lasci in pace ti darà tonnellate del suo miele. Ma se ci infili la testa dentro finisci male, ti pungono". Dalla metafora alla minaccia alle urne, se Obama non farà una totale marcia indietro: "Raccomanderò di cominciare a raccogliere nelle nostre parrocchie le registrazioni per diventare elettori. E ciò non solo aiuterà le nostre chiese, aiuterà anche la nostra repubblica americana. Più votanti ci sono meglio è". Registrarsi al voto come cittadini è un atto burocratico indispensabile per accedere alle urne, e siccome gli assenti sono sempre un esercito, convincere alla partecipazione chi la pensa come te è l'impegno più duro dei candidati, ma anche la strategia vincente. Nel 2008, su 231 milioni con l'età per votare, andò alle urne il 56,8%, 132 milioni di persone. Dolan ha una bella riserva in cui fare propaganda: 78 milioni di anime, a cui dare in mano una penna con cui sbarrare il bis al presidente anticattolico. di Glauco Maggi  

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