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Romney, il repubblicano che fa più paura

La Casa Bianca lo teme più di ogni altro: la prova sta in uno spot pubblicitario dei democratici

Andrea Tempestini
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La prova che Mitt Romney è il candidato del GOP che la Casa Bianca teme più di ogni altro sta in uno spot pubblicitario pagato dal Comitato Democratico Nazionale, che viene trasmesso in questa settimana in stati cruciali per il voto del 2012, dall'Ohio al Nuovo Messico, dal Wisconsin alla Pennsylvania, dalla Virginia alla Nord Carolina. E' il primo attacco all'ex governatore del Massachusetts, un ex moderato costantemente ai vertici nei sondaggi tra i Repubblicani in corsa, anche se via via insidiato da avversari incapaci poi di reggere nel testa a testa con lui: prima Rick Perry, poi Herman Cain, ora Newt Gingrich (che appare ora il più solido). La campagna di Obama ha scelto di partire in anticipo sulle primarie del GOP, dipingendo Romney come un voltagabbana, uno che negli anni passati era stato pro aborto e pro nozze gay ma che da quando ha cercato la nomination dei repubblicani, già 5 anni fa contro John McCain, ha corretto le sue posizioni per sposare l'ortodossia dei conservatori pro vita. Mitt farebbe e direbbe di tutto pur di essere eletto, è il leit motive della pubblicità democratica: l'accusa di essere un “flip flop” è un siluro alla sua personalità che gli stessi concorrenti del GOP hanno sparato contro di lui nei recenti dibattiti in tv o in varie interviste, da Michele Bachmann a Newt Gingrich. Obama, insomma, spende soldi per dare una mano ai nemici repubblicani che hanno l'ovvio interesse a demolire Romney prima che scattino le primarie. La tattica è chiara: cercare di togliere di mezzo l'avversario che lo staff della campagna di Barack vede come il più pericoloso per la sfida del prossimo novembre. Chiunque altro dovesse spuntarla su Romney, è il calcolo della Casa Bianca, sarebbe un candidato più debole, come del resto mostrano finora i sondaggi che registrano l'andamento dei testa a testa tra Obama e i vari possibili sfidanti. RealClearPolitics, che monitora tutte le recenti rilevazioni e fa la media, pone oggi, 29 novembre, Obama davanti a Romney per 45,9% a 44,4% (ma perdente nei sondaggi delle CNN e di FOX tv). Contro gli altri Obama ha un vantaggio tranquillizzante: 49,1% a 42,3% con Gingrich; 49,8% a 40,2% con Perry; 49,6% a 39,4% con Cain (e i sondaggi sono precedenti all'uscita della notizia secondo cui l'ex re della pizza ha avuto un'amante segreta per 13 anni, ultima tegola dopo le accuse di molestie sessuali da parte di quattro donne durante il suo passato da imprenditore). Obama, se alla fine Romney vincesse, con questa mossa avrebbe comunque anticipato il tenore degli attacchi di incoerenza che sferrerà nei confronti diretti con Mitt prima del voto. D'altra parte, però, c'è un prezzo che paga pure lui: quello di dare a Romney la patente del più temuto, ossia del più eleggibile. E l'asso della maggiore eleggibilità è proprio quello su cui Mitt punta per convincere i Repubblicani delle primarie che se non vogliono più Obama devono scegliere lui. di Glauco Maggi Twitter@glaucomaggi

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