(Adnkronos) - Dopo il referendum istituzionale del 1946, infatti, alcuni ministri e consiglieri della Corona provarono a convincere il sovrano ad invalidare il risultato elettorale e, a causa dei molti brogli elettorali, a non abbandonare l'Italia. Umberto II, pur avendo la fedelta' dei carabinieri e di buona parte dell'esercito, capendo che la situazione poteva degenerare da un momento all'altro, a Napoli per esempio, ci furono diversi morti durante una manifestazione pro monarchia, decise, per evitare lo spargimento di altro sangue, di abbandonare il suolo nazionale. Villa Ada fu acquistata da Vittorio Emanuele II nel 1872. Col tempo acquisi' vari terreni adiacenti fino ad ingrandire la proprieta' ai 180 ettari attuali, realizzando inoltre lavori per migliorarne la funzionalita' accanto alle scuderie. Umberto I, invece, non amava vivere in campagna, e preferiva il Quirinale. La villa fu cosi' venduta, a prezzo di favore, all'amministratore dei beni della famiglia reale, il conte Tellfnerr, che la intitolo' alla moglie Ada. Vittorio Emanuele III la riacquisto' nel 1904 e la villa divento' nuovamente residenza reale, cambiandone il nome in 'Villa Savoia' fino al 1946. Dopo il bombardamento di San Lorenzo, il re convoco' a Villa Ada Mussolini, che venne arrestato il 25 luglio 1943, e portato via in un'autoambulanza. Alla caduta della monarchia la villa fu oggetto di un lungo contenzioso con lo stato italiano, a conclusione del quale una parte rimase proprieta' privata dei Savoia ed e' stata poi variamente alienata, mentre la parte verso via Salaria fu acquisita al pubblico demanio nel 1957. La Villa fu poi donata da Umberto all'Egitto, in cambio dell'ospitalita' ricevuta durante l'esilio. Attualmente ospita la sede dell'Ambasciata e del Consolato della Repubblica Araba d'Egitto.