Roma, 26 lug. (Adnkronos) - "Ieri notte, alle tre ho ricevuto una telefonata durante la quale qualcuno ha detto 'ti pentirai di quello che stai facendo'. E noi abbiamo ritardato questa operazione proprio perche' ci e' stato chiesto di farlo, altrimenti eravamo pronti gia' prima. Siamo stati fermati. La tomba e' stata manomessa. Fino al 1932, quando mio padre l'apri', il Generale era li': aveva un braccio abbastanza malmesso. Poi non si sa bene quello che e' successo. Se e' ancora nella sua tomba perche' c'e' questa opposizione a saperlo?". A sollevare il dubbio portando alla luce le minacce ricevute e le resistenze incontrate nella volonta' di riesumare la salma del proprio bisnonno Giuseppe Garibaldi, e' la pronipote, Anita Garibaldi, nel corso della conferenza stampa che si e' tenuta questa mattina nella sede della stampa estera dove e' stato presentato il progetto di riesumazione. "Il mio bisnonno- ha ricordato - ha piu' volte espresso la volonta' di non essere sepolto ma di essere bruciato, indicando anche il punto esatto in cui cremarlo. Lui non era un romantico visionario, voleva che ogni italiano potesse prendere un briciolo delle sue ceneri per diffonderle in tutto il territorio nazionale, creando cosi' una nuova Italia. Tutti possono riesumare i propri antenati. Per qualche ragione stranissima - ha tenuto a sottolineare la pronipote - noi non abbiamo avuto la possibilita' di farlo. Ed e' importante capire il perche'. Riesumare e accudire una salma forzatamente imbalsamata e' un'opera caritatevole. Anche padre Pio, Carducci e Mazzini sono stati portati alla luce", ha rimarcato. Ecco perche' Anita Garibaldi ha chiamato la stampa a raccolta chiedendo di essere sostenuta nel proprio lavoro, iniziato circa due anni fa.