(Adnkronos) - Il restauro - condotto dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze su incarico del Comune di Citerna, della Diocesi di Citta' di Castello e della Parrocchia di San Michele e San Francesco in Citerna - ha confermato l'attribuzione a Donatello e ha recuperato la preziosa policromia originale quattrocentesca, ancora esistente sotto vari strati di grezze ridipinture di epoche diverse, permettendo di vedere di nuovo la superba modellazione della scultura. Sempre dal restauro e' emerso che la Madonna di Citerna non e' una copia ricavata da uno stampo, come per altre Madonne di Donatello e Brunelleschi destinate al culto privato, ma una scultura modellata direttamente in un unico blocco di argilla a tutto tondo. E proprio un certo modo di lavorare l'argilla, osservata sia nella Madonna di Citerna che in altre opere di Donatello restaurate dall'Opificio, come scrive in catalogo Rosanna Moradei, e' uno degli elementi che confermano la mano del grande artista. Siamo di fronte, dunque, ad un'opera che riapre il dibattitto sulle origini di questo grande artista e gli inizi del Rinascimento. In questo antico borgo dell'Umbria, che domina dall'alto la Val Tiberina, al confine con la Toscana e a soli due chilometri dalla Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi, sono state scoperte, a distanza di pochi anni l'una dall'altra, due straordinarie sculture rinascimentali di Madonna con Bambino in terracotta policroma: una di Donatello e l'altra di Luca della Robbia il Giovane. (segue)