Firenze, 17 apr. - (Adnkronos) - Volterra 1961, un degente del reparto Ferri, la sezione giudiziaria del locale manicomio - si chiama Ferdinando Nannetti (Roma, 1927 - Volterra, 1994), e' arrivato dal manicomio di Roma nel 1958 - decide di lasciare un segno della sua vita; e incide sul muro del cortile, con una fibbia del panciotto, durante le sue giornate passate all'aperto, il suo messaggio al mondo, le sue fantasie astrali, le sue deliranti osservazioni sul mondo e sull'uomo. Lo fa per ore, per giorni e per mesi, coprendo di segni fino al 1975 oltre 150 metri di muro. Cosi' facendo regala a Volterra (Pisa) un'opera definita il capolavoro mondiale dell'Art Brut: NOF4, che significa Nannetti "Oreste" Fernando 4 (il nome che si era aggiunto perche' lo nobilitava, a suo giudizio; e un numero che fa riferimento agli istituti dove fu rinchiuso nell'arco della sua vita secondo alcuni, secondo altri un riferimento al suo numero di matricola o al numero dei fratelli, ma nessuno e' stato davvero in grado di entrare nella sua testa per capirne il significato autentico). Questa incredibile testimonianza, che ha rischiato di andare perduta nell'abbandono dell'ex struttura manicomiale, oggi e' salva grazie all'impegno dell'associazione onlus "Inclusione, graffio e parola", del Comune di Volterra, dell'Asl 5 proprietaria della struttura, della Sovrintendenza provinciale beni mobili di Pisa e della Regione. Circa otto metri dell'opera sono stati recuperati con la tecnica dello "strappo" da parte di un gruppo di valenti restauratori (a Pisa ancora conosciuta dopo l'esperienza con gli affreschi del Camposanto di Piazza dei Miracoli), e saranno al centro sabato e domenica prossimi di una manifestazione che li rendera' visibili al pubblico presso la Pinacoteca di Volterra e ne raccontera' la storia pittosto incredibile. (segue)