(Adnkronos) - Trasferitosi a Roma nei primi anni Cinquanta, Uncini avvia la sua ricerca espressiva con le Terre, 'quadri' realizzati con i materiali piu' disparati: cartone, compensato, masonite, cellotex sui quali comporre paesaggi con sabbie, catrame, cemento, pozzolana e tanti altri. Proseguira' poi con i Cementarmati, le Ombre, gli Spazicemento, le Dimore, tutte, in qualche misura, strutture architettoniche con le quali 'costruire' lo spazio, dare concretezza all'arte. "Mi piace pensare alla mia scultura -scriveva Uncini- come qualcosa che possiede due vite; l'una quella che io riesco a darle con i miei 'criteri' di estetica, di spazio e di poesia, l'altra, quella dovuta all'uso quotidiano, vero, concreto della cosa. Naturalmente cio' che mi interessa e' caricare questi vuoti di umori, di momenti poetici, insomma di farne delle cavita' dense di avventure esistenziali". Le maquette esposte al MUSMA, modelli dei Ferrocemento, delle Ombre, delle Dimore, delle Strutturespazio rendono lo spettatore partecipe dell'opera d'arte, sono progetti da cui potrebbe partire una collaborazione di gruppo, come in un cantiere di architettura o in un laboratorio di scenografia, quindi non chiusi e definitivi ma pronti a scatenare l'immaginazione e la creativita' di chi li osserva. L'esposizione e' arricchita da un nutrito gruppo di disegni, dal 1958 al 2006, Terre, Cementi, Acquarelli, Collage, destinati ad essere poi realizzati come sculture ma anche a rimanere opere d'arte autonome. Questi passaggi sono scanditi da immagini e documenti, raccolti nella Biblioteca Scheiwiller, utili per mettere in luce il lungo percorso di Uncini, i suoi maestri, i suoi compagni di strada, le sue amicizie.