Roma, 8 Lug. (Adnkronos/Ign) - Secondo i dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria aggiornati a giugno 2011, sono 13.765 i detenuti lavoranti; l’83,6%, per un totale di 11.508 reclusi, opera internamente alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, mentre il restante 16,4% (2.257 detenuti) lavora alle dipendenze di cooperative sociali o imprese, dentro al carcere o all’esterno, in regime di semilibertà. A questi numeri si aggiungono quelli riportati nel libro “Il mestiere della libertà" (Altreconomia edizioni), secondo il quale in Italia lavorano 14.116 detenuti, il 20,7% dei 69 mila reclusi totali e sono oltre 110 tra aziende e cooperative all'interno degli istituti di pena italiani. Ad emergere è il quadro di un mercato che cresce e crea valore, riconoscendo al lavoro uno strumento di reinserimento sociale. Dalle t-shirt all'editoria, dai vini ai gioielli, i settori che vedono i detenuti al lavoro sono tanti e diversi tra loro. Far lavorare i detenuti conviene alla società, perché aiuta il reinserimento dell'individuo, e alle cooperative che grazie alla legge Smuraglia ricevono sgravi fiscali per attività all’interno dell’istituto o all’esterno, in regime di semi-libertà o di articolo 21. Tra queste attività, c'è quella del laboratorio serigrafico che, appena rinnovato e ampliato, vede coinvolti i detenuti della quinta sezione di alta sicurezza della Casa Circondariale di Genova Marassi. Il laboratorio rientra nell'ambito del progetto O'Press, gestito da La Bottega Solidale, organizzazione no profit genovese attiva da 20 anni nel settore del commercio equo e dell'economia solidale, in collaborazione con la Casa Circondariale di Genova Marassi, la fondazione De Andrè, l’Istituto Vittorio Emanuele II Ruffini, l’Associazione Teatro Necessario Onlus e grazie alla volontà del Direttore Salvatore Mazzeo. Obiettivo: dare un valore rieducativo alla pena detentiva, secondo quanto prevede l’articolo 27 della Costituzione. Il progetto O'Press finora ha permesso di stampare più di 50.000 magliette provenienti da due progetti equo-solidali in Bangladesh e in India. Tra le magliette di O’Press, la collezione "Canzoni oltre le sbarre", ispirate ai versi di De Andrè, create e serigrafate dai detenuti. Oltre al cantautore genovese, Franco Battiato, Vinicio Capossela e la Bandabardò hanno messo a disposizione la loro musica per questa collezione di T-shirt. La Fattoria di Al Cappone è una microimpresa avicola che produce uova di quaglia all'interno del penitenziario di Milano Opera formando detenuti che, una volta fuori, possono intraprendere percorsi di autoimprenditorialità come piccoli allevatori: alla fine di un corso di "approccio alle tecniche di allevamento avicolo, allevamenti alternativi e legislazione rurale", i detenuti lavorano per la cooperativa consortile (Consorzio Cascina Nibai), che commercializza il prodotto. Il progetto è dell'associazione Onlus Il Due ed è realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo. La cooperativa Alice gestisce laboratori di sartoria nelle sezioni femminili del carcere di San Vittore e di Bollate, instaurando contatti e collaborazioni con imprese terze al fine di consentire l'inserimento lavorativo a fine pena dei detenuti. Premiato come il migliore cioccolato artigianale d'Italia alla rassegna internazionale di Perugia Eurochocolate, Dolci Libertà nasce nella Casa Circondariale di Busto Arsizio, dove è stato allestito un laboratorio in cui si producono giornalmente 700 Kg. di cioccolato e 300 Kg. di pasticceria e in cui trovano impiego 40 detenuti. I detenuti impegnati nel progetto imparano così una professione e ricevono anche un attestato valido anche fuori dal carcere.