Roma, 14 dic. (Adnkronos Salute) - A Roma il San Filippo Neri e' "nel caos, con infermieri e medici che hanno occupato la direzione sanitaria e tutto il primo piano, e i pazienti spaventatissimi all'idea che siano tagliati i servizi e dalla possibilita' di dover interrompere le cure". A descrivere all'Adnkronos Salute la situazione di uno degli ospedali capitolini al centro del piano di riordino del Commissario Enrico Bondi e' Alessandra Mirri, capo dipartimento dei Servizi e direttore della Radioterapia del San Filippo Neri. "Le notizie che arrivano ogni giorno hanno allarmato i pazienti, che entrano in ospedale e vedono gli operatori protestare, con striscioni e cartelli, e temono la chiusura del servizio cui si rivolgono. Noi poi siamo sconcertati e ci opponiamo a queste 'chiusure annunciate', anche perche' a 'cadere' dovrebbero essere alte specialita' chirurgiche che fanno parte di filiere di servizi ben concatenate. Cosi' vengono mozzati in modo irrazionale interi team il cui lavoro e' stato, oltre tutto, finanziato per questi anni anche con l'acquisto di attrezzature costose. Per dire, senza cardiochirurgia il cardiovascolare e' decapitato". I medici del San Filippo Neri, risultati alla mano, contestano i "tagli senza criterio, decisi forse per favorire strutture ben piu' protette di noi. E non sulla base del merito e dei risultati: neurochirurgia conta oltre 600 interventi l'anno, ed e' stata dotata di recente di un costosissimo microscopio elettronico". Il servizio sanitario regionale "e' nato senza programmazione e paga il fatto di avere 5 universita', cosa che non si vede neanche a New York". Un sistema in cui gli ospedali sono sorti quasi per gemmazione, che deve essere riorganizzato, ma non puo' subire l'amputazione "di eccellenze messe in piedi con anni di lavoro e investimenti. E soprattutto senza criterio", conclude Mirri.