(Adnkronos) - L'avvocato Massimo Zaganelli che per primo ha seguito la famiglia di Aldo Bianzino, ha spiegato che " nel corso del processo e' emerso come dell'aneurisma, che era stato determinante per far decidere al giudice di archiviare l'indagine per omicidio, non ci sia traccia certa nel cervello di Aldo". Cosi come, sempre secondo il legale, "la quantita' di sangue rinvenuta nel fegato non sarebbe compatibile con delle lesioni post-mortem provocate da un massaggio cardiaco troppo energico". Infine, "le telecamere di sicurezza dell'istituto penitenziario hanno smesso di funzionare alle sette del mattino, proprio l'orario in cui sarebbe stato ritrovato Aldo morto. Dei soccorsi quindi non c'e' traccia". Questi tre elementi, per i legali di parte civile, sono fondamentali per riaprire l'indagine per omicidio di cui i familiari non hanno mai accettato la chiusura. "L'azione penale non e' discrezionale - ha detto ancora l'avvocato Zaganelli - , e' obbligatoria e se ci sono elementi cosi' specifici perche' la procura non si attiva?". L'avvocato ha anche aggiunto che " in casi come quello di Bianzino, come quello di Aldrovandi e Cucchi, per quanto riguarda il processo non si arriva mai ad affermare che la morte di quel soggetto e' la conseguenza delle azioni di determinate persone. Noi non diciamo che per forza sia accaduto qualcosa di male, ma alla luce dei nuovi elementi, vogliamo che sia fatta chiarezza, speriamo che venga fuori almeno la verita"'. Alla conferenza era presente anche il padre di Aldo Bianzino, Giuseppe, che ha affermato: "se mai lo Stato dovesse decidere che deve risarcire in qualche modo il torto che abbiamo subito, l'eventuale risarcimento andra' ad Emergency, perche' sul sangue di mio figlio si devono salvare altre vite". (segue)