(Adnkronos) - La ragazza, che per giungere in Italia aveva probabilmente contratto un debito per circa 50.000 euro, veniva costretta a prostituirsi per restituire la somma pattuita, nonostante fosse rimasta incinta. Per il suo stato di gravidanza, che naturalmente rendeva difficile la sua attivita' di prostituzione e' stata fatta abortire illegalmente, contro la sua volonta', probabilmente in casa e senza nessuna assistenza sanitaria . Tanto che si lo scorso 5 luglio la ragazza si e' presentata in un ospedale romano con una busta in mano con all'interno il feto morto e chiedendo assistenza. Immediatamente dopo le cure mediche la giovane e' fuggita dalla struttura sanitaria rendendosi irreperibile anche se, in realta', era andata a casa di Esther Osazuwa, nigeriana, che l'ha costretta a rimanere in casa per circa una settimana, senza comunicare con nessuno e sorvegliata da altre prostitute. Una volta rimessasi di salute la giovane e' stata costretta a ricominciare a prostituirsi a Terni dove veniva accompagnata da un nigeriano. Nell'indagine e' coinvolta anche una donna della Sierra Leone che quotidianamente sfrutta le ragazze facendole prostituire, sia a Roma che a Terni e che probabilmente ha aiutato a provocare l'aborto alla ragazza. Gli investigatori hanno scoperto che i soggetti coinvolti spesso hanno fatto ricorso a cosiddetti riti "woodo" per costringere le giovani donne a prostituirsi e per indurle ad una sottomissione fisica e psicologica. In particolare 'Madame Esther', gia' indagata per aborto clandestino ed indotto in un'altra citta' italiana, risulta essere il personaggio principe del gruppo tanto che, attraverso un altro connazionale, residente attualmente a Verona, cercava di indurre alla prostituzione, facendola fuggire dal centro di prima accoglienza di Agrigento, con inganni e raggiri, anche un'altra ragazza minorenne nigeriana.