(Adnkronos) - In quel momento storico la citta', assieme a Roma, Venezia e Napoli, era al centro dei desideri di tutto il mondo civilizzato. Ogni scena rappresenta l'attesa di qualcosa o qualcuno, magari un celebre personaggio che sta per visitare la casa. Nella prima e' protagonista la Contessa Ranevskaja, nobildonna russa annoiata che da due anni vive a Firenze: siamo nel 1775. Si passa poi al 1831: la buona Adelina, orfana adottata da un imprenditore di lavanderia, alla morte del benefattore si e' dovuta arrangiare ad accompagnare signorine straniere, come la giovane inglese Ellen Churchill. Nuovo salto fino al 14 marzo 1847: il valletto Vinicio e Don Valdemaro discutono di un misterioso affaccendarsi intorno alla preparazione di una cena in una domenica di Quaresima. Infine il 31 dicembre 1899: un uomo misterioso attende bevendo e fumando il suo sigaro la fine del secolo. Collega le scene l'Uomo senza Nome, uno "spirito della casa" che attraversa il tempo e lo spazio. Dei personaggi famosi evocati, uno solo visito' realmente Casa Martelli: per gli altri ci si affida a fantasie basate sulla loro reale permanenza a Firenze. Le figure che si muovono nelle stanze sono inventate, ma le loro vicende si basano su fatti storici realmente avvenuti. L'intento e' come sempre quello di contribuire alla valorizzazione di un bene prezioso tra i tanti meno noti che caratterizzano Firenze attraverso il medium del teatro, particolarmente indicato per un luogo che, come Casa Martelli, appare un naturale palcoscenico, basato com'e' sull'illusione e sullo splendore dell'apparato. La realizzazione de L'ospite illustre e' stata resa possibile anche dal sostegno di Unicoop Firenze.