Torino, 1 dic. (Adnkronos) - A sei anni dall'incendio alla Thyssenkrupp di Torino le famiglie dei sette operai morti quella notte del 6 dicembre 2007 aspettano la decisione della Cassazione su quelli che considerano i responsabili del loro inferno personale. Nella sentenza di secondo grado la corte d'assise d'appello di Torino aveva gelato l'aula riducendo le pene ai sei imputati ed escludendo il 'dolo' riconosciuto in primo grado per l'amministratore delegato. Era il 28 febbraio di quest'anno: riformata la tesi dell'accusa del dolo eventuale, l'amministratore delegato Harald Espenhahn era stato condannato a 10 anni di carcere, una pena ridotta rispetto ai 16 anni e mezzo inflitti in primo grado. Condanne ridotte anche per gli altri ex dirigenti imputati: 7 anni ai dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, 8 anni e mezzo per il direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno e 8 anni per Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza. Infine a Daniele Moroni la corte d'assise d'appello presieduta dal giudice Giangiacomo Sandrelli aveva inflitto una condanna a 9 anni. Una decisione che non era piaciuta ai parenti e agli ex operai presenti: "Vergongna, maledetti, questa non è giustizia" avevano urlato le madri dei sette operai morti che avevano poi occupato per quattro ore la maxi aula del Palagiustizia chiedendo di interloquire con qualcuno del governo. "Oggi hanno ammazzato di nuovo i nostri figli, noi questa sentenza non la accetteremo mai" diceva Rosina Plati', madre di Giuseppe De Masi. Incredulità e rabbia comune a tutti i parenti ed ex lavoratori presenti. (segue)
