Roma, 6 apr. - (Adnkronos) - "Ospiti costretti a dormire per mesi sulle reti o in terra, senza materassi e lenzuola; visite dall'esterno limitate ai parenti degli immigrati ed ingresso precluso alle associazioni di volontariato e agli avvocati, tranne a quelli di fiducia degli ospiti". Queste sono solo alcune delle condizioni-limite che si sarebbero verificate nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca e che hanno indotto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni a scrivere al Ministero dell'Interno ed al Prefetto di Gorizia sollecitando l'urgente verifica di tali situazioni. Ad originare la lettera una segnalazione telefonica giunta, all'Ufficio del Garante, da uno degli ospiti ristretti da 5 mesi al Cie di Gradisca-Gorizia, dove sono presenti circa 80 persone tutte trattenute per effetto di provvedimenti amministrativo, senza aver commesso reati. "Il Cie di Gradisca e' stato, in passato - si legge nella nota - piu' volte teatro di rivolte, episodi di tensione e tentativi di fuga. In base alla denuncia ricevuta risulterebbe che nel Cie di Gradisca-Gorizia siano presenti diverse criticita'. Nella struttura non esisterebbero spazi ricreativi; gli ospiti hanno a disposizione solo un campo di calcio, del quale possono usufruire solo in caso di 'buona condotta'. Mancherebbe un protocollo di idoneita' alla permanenza, attraverso cui valutare le persone in ingresso. Tutto e' a discrezione degli operatori sanitari e risponde ai loro criteri di arbitrarieta'. Sarebbe assente anche il regolamento interno, o almeno gli ospiti non possono visionarlo". "Non sarebbe presente neanche il servizio di assistenza legale: i soli avvocati autorizzati all'ingresso sono quelli di fiducia dei presenti. Gli ospiti - si legge sempre nella nota - non possono avere cellulari (a differenza di quanto accade negli altri Cie) e, a seguito della rivolta del febbraio 2011, per molti mesi sarebbero stati eliminati materassi e lenzuola dai dormitori, con le persone presenti che hanno dormito sulle strutture nude dei letti o a terra. Le visite dall'esterno sono autorizzate solo per chi ha la possibilita' di certificare il legame di parentela con l'ospite. Anche le associazioni di volontariato ed i soggetti esterni, prima autorizzati all'ingresso, da mesi non avrebbero possibilita' di effettuare colloqui". (segue)