(Adnkronos) - Cannito, ritenuto a capo del clan Cannito-Lattanzio, era ai domiciliari dal novembre del 2011 con il divieto di avere qualsiasi tipo di contatto con persone diverse dai suoi famigliari conviventi, con pregiudicati o persone sottoposte a misure di sicurezza o di prevenzione. Le indagini sono state intensificate anche a seguito di una recrudescenza delle attivita' criminose a Barletta con attentati dinamitardi e agguati, anche mortali, verificatisi dopo che il 57enne Cannito era tornato in citta' beneficiando della detenzione domiciliare per motivi di salute. E' stata confermata l'esistenza nel territorio barlettano di piu' gruppi criminali in lotta tra di loro, sorti a seguito della disgregazione del gruppo principale avvenuto con le operazioni 'Dolmen', 'Ettore Fieramosca' e 'Download'. Secondo quanto accertato, Cannito intendeva dettare nuove linee guida per la ripresa delle attivita' criminali o convocando presso la sua abitazione numerosi gregari del sodalizio criminale che lo tenevano periodicamente aggiornato o facendosi contattare dagli stessi su utenze telefoniche intestate a terzi. L'episodio degli spari contro la sua abitazione del 26 dicembre dell'anno scorso confermerebbe, secondo gli inquirenti, che Cannito sia stato in qualche modo coinvolto nella guerra di mafia in corso a Barletta. Ad agire quella sera furono due individui incappucciati di cui uno armato di pistola, a bordo di una moto.