Roma, 14 mar. (Adnkronos/ign) - "Proprio ieri, prima della fumata bianca, dicevo che mi sarebbe piaciuto tanto che il nuovo Papa si chiamasse Francesco, tirando fuori un santo amatissimo in tutto il mondo. Sono felice di questa scelta e ora sarebbe bello se Bergoglio si ispirasse al 'vero' San Francesco". Il Premio Nobel Dario Fo commenta così, all'Adnkronos, l'elezione a Papa di Jorge Mario Bargoglio, con il nome di Francesco I, spiegando poi cosa intenda con quel 'vero'. San Francesco Dario Fo lo ha portato in scena con 'Lu Santo Jullàre Francesco', una fabulazione sulla vita del santo di Assisi che si basa soprattutto su materiale popolare del Trecento e su importanti documenti emersi negli ultimi cinquant'anni, proponendo un'immagine non agiografica di san Francesco. "San Francesco era portatore di una forza dirompente, godeva del rispetto di principi e Papi che ne avevano timore - sottolinea Fo -, perché rappresentava di fatto una popolazione enorme; è stato capace persino di farsi autorizzare a predicare il vangelo in volgare. Insomma un personaggio forte, e sicuramente Papa Bergoglio, che è un uomo colto, ha ben presente il 'vero' San Francesco". Per la regista Liliana Cavani la scelta del neoeletto Papa di chiamarsi Francesco "dimostra grande sensibilità e chiaroveggenza, oltre ad essere programmatica, come programmatica è la vita di San Francesco". Cavani ha esordito al cinema nel 1966 con il film 'Francesco d'Assisi' con Lou Castel, tornando a raccontare il santo poverello nel 1989 con 'Francesco', interpretato da Mickey Rourke, e adesso la regista è al lavoro su un terzo film dedicato al patrono d'Italia, del quale "stiamo completando la sceneggiatura, le riprese sono previste entro l'anno e dovrebbe uscire a febbraio o a marzo prossimo". "Francesco è un santo -prosegue la regista all'Adnkronos- ma anche un grande filosofo che parla attraverso la sua vita, vero manifesto di fratellanza e di pace. E quella del Papa è una scelta importante, soprattutto in un momento di crisi economica generale in cui c'è necessità di capirci e di rimodellare la società con una rivoluzione interiore che permetta di guardare lontano e di pensare serenamente. La vita è un passaggio, un'avventura breve -sottolinea Cavani- in rapporto alle cose che esistono, molte persone si comportano come se dovessero vivere per sempre. Ecco -prosegue la regista- questi sono tutti temi ben presenti in Francesco d'Assisi, e il nuovo Pontefice, secondo me, ha pensato a tutto questo, considerando anche i luoghi in cui ha vissuto fino a ieri, a contatto con la povertà. Ci sono tante ragioni, quindi, per le quali con grande sensibilità e chiaroveggenza ha scelto di chiamarsi Francesco". Nei commenti sul nuovo Pontefice si fa spesso riferimento alla sua semplicità (anche Mons. Celli questa mattina l'ha ricordato: "Un uomo semplice, che vive accanto alla gente, che sente ciò che la gente porta nel cuore"), semplicità che colpisce, tra gli altri, Maria Pia Luciani, nipote di Papa Albino Luciani. "Mi sono emozionata quando ho visto ed ho sentito papa Francesco. Mi sembrava di ascoltare mio zio", dice commossa all'Adnkronos Maria Pia Luciani aggiungendo: "mi ha ricordato mio zio. Non nell'aspetto fisico, ma nell'insieme del suo atteggiamento: la sua semplicità che nasconde però una grande cultura, una grande preparazione: è un gesuita e come tutti i gesuiti ha studiato molto". Ma per la nipote di papa Luciani è importante che: "sia un pastore che si è sempre dedicato ai più poveri, vivendo semplicemente, che si è sempre dedicato ai malati: mi dicono che portava di persona la comunione ai malati della sua diocesi". E Maria Pia Luciani sottolinea quindi: "lo zio sorprese per il suo discorso, e papa Francesco ha sorpreso per il suo discorso, se pur in un'altra maniera: si è presentato in maniera semplice e ha chiesto di pregare per lui. Quindi, chinando la testa ha messo in silenzio un'intera piazza, una cosa non facile". '