(Adnkronos) - La storia della tragedia. E' il 9 ottobre 1963 alle 22.39 un'onda di oltre 300 metri d'altezza scavalca la diga del Vajont, cancellando in pochi minuti un'intera comunita' e causando 1.917 vittime accertate, forse oltre 2mila. Il paese di Longarone e le localita' vicine furono letteralmente spazzate via dalla furia dell'acqua e del fango che la diga, vanto dell'ingegneria italiana, non riusci' a contenere: l'enorme frana di 270 milioni di metri cubi di roccia che la sera del 9 ottobre si stacco' dal monte Toc, sul versante destro della diga, cancello' un paese, uccidendo quasi tutti gli abitanti che quella sera erano ignari del pericolo che incombeva sulle loro vite. Delle 1917 vittime, 1450 erano di Longarone, 109 di Codissago e Castellavazzo, 158 di Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni. Lungo le sponde del lago del Vajont, vennero distrutti i borghi di Frase'gn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Fae' e la parte bassa dell'abitato di Erto. Nella valle del Piave, vennero rasi al suolo i paesi di Longarone, Pirago, Mae', Villanova, Rivalta. Profondamente danneggiati gli abitati di Codissago, Castellavazzo, Fortogna, Dogna e Provagna. Danni anche nei comuni di Soverzene, Ponte nelle Alpi e nella citta' di Belluno dove venne distrutta la borgata di Caorera, e allagata quella di Borgo Piave. Nel febbraio 2008, durante l'Anno internazionale del pianeta Terra (International Year of Planet Earth) dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il 2008, in una sessione dedicata all'importanza della corretta comprensione delle Scienze della Terra, il disastro del Vajont fu citato, assieme ad altri quattro eventi, come un caso esemplare di "disastro evitabile" causato dal 'fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di affrontare'.(segue)