Roma, 14 nov. (Adnkronos) - "Mio figlio è morto venerdì scorso, alle 17 di sera. L'ho sentito al telefono l'ultima volta il martedì precedente, mi disse che perdeva sangue dalla bocca quando tossiva e chiedeva il ricovero disperatamente da almeno dieci giorni lamentando dolori lancinanti allo stomaco". È la testimonianza, diffusa da Ristretti Orizzonti, della madre di Federico Perna, 34 anni, originario di Latina e detenuto nel carcere di Poggioreale, morto l'8 novembre scorso. "Federico non doveva restare in carcere, ma essere ricoverato in ospedale: aveva bisogno di un trapianto di fegato ed era stato dichiarato incompatibile con la detenzione da due diversi rapporti clinici, stilati dei Dirigenti Sanitari delle carceri di Viterbo e Napoli Secondigliano. Invece da Secondigliano è stato trasferito a Poggioreale, dove le sue condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate: sputava sangue, letteralmente, e chiedeva il ricovero disperatamente da almeno dieci giorni lamentando dolori lancinanti allo stomaco. Abbiamo appreso della sua morte tramite la lettera di un compagno di cella". "Non sappiamo nemmeno dove sia morto, perché le versioni sono diverse: ci dicono che è morto nell'infermeria del carcere di Poggioreale, di attacco cardiaco e senza la possibilità di essere salvato con il defibrillatore... poi ci dicono che è morto in ambulanza, poi ancora che è morto prima di essere caricato in ambulanza o addirittura in ospedale, e anche su questo ci hanno nominato più di una struttura possibile". Questa sera, alle 19.45, la madre di Federico sarà intervistata da Radio Radicale, nel corso della trasmissione "Radio Carcere". Con la morte di Federico Perna sale a 139 il numero dei detenuti che hanno perso la vita dall'inizio dell'anno.