Terni, 16 set. - (Adnkronos) - L'aveva assunta come badante e per tenerla con se', prima l'ha obbligata ad avere dei rapporti sessuali con la minaccia di sospendere la pratica della regolarizzazione e poi, insieme al nipote, le ha chiesto dei soldi per restituirle il permesso di soggiorno ottenuto. E' l'odissea di una donna ucraina di 31 anni, a Terni, che si e' affidata ad un connazionale per regolarizzare la sua posizione in Italia, ma che poi per oltre un anno e' rimasta nelle sue grinfie, non riuscendo ad uscirne. Solo quando ha conosciuto il suo attuale compagno, anch'egli cittadino ucraino, si e' fatta coraggio e si e' rivolta alla polizia. Il 3 settembre scorso, gli agenti della terza sezione della squadra mobile hanno raccolto la denuncia. Con l'aiuto di un'interprete sono venuti a conoscenza di come il datore di lavoro della donna, 55 anni, ucraino e residente a Terni, si era offerto di assumerla come badante nella sanatoria del 2012. Durante tutto il periodo della regolarizzazione della pratica, l'uomo l'aveva obbligata a dei rapporti sessuali non graditi, con la minaccia di sospendere la procedura dell'assunzione e una volta ottenuto il permesso di soggiorno, per continuare a tenerla con se', l'aveva nascosto. Quando pero' la donna conosce un altro connazionale e decide di andare a convivere con lui, allora il datore di lavoro si dice disposto a restituire il permesso, dietro il pagamento di 600 euro. D'accordo con la polizia, la donna accetta di incontralo, ma all'appuntamento di venerdi' scorso, l'uomo, che arriva insieme al nipote, trova ad aspettarlo gli agenti della squadra mobile. I due ucraini vengono arrestati per estorsione in concorso.