Palermo, 14 gen. - (Adnkronos) - Il sindaco di Corleone (Palermo) Leoluchina Savona chiede scusa ai familiari delle vittime della mafia per "il sangue che e' stato versato" dai loro cari a causa di boss corleonesi del calibro di Toto' Riina e Bernardo Provenzano. La lettera e' stata letta nell'ambito del Festiva della legalita' in occasione del ventesimo anniversario dell'arresto di Riina. "Corleone non e' piu' il paese di Toto' Riina, ma quello di Ninni Cassara', Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano, Mario Francese, Antonino Saetta e tutte le altre vittime di Cosa nostra. Nel ventesimo anniversario dell'arresto del capo dei capi, il sindaco del comune in provincia di Palermo noto per aver dato i natali a boss del calibro di Provenzano e Bagarella e per essere stato fulcro e crocevia della sanguinosa guerra di mafia degli anni '80, 'consegna' la citta' ai familiari delle vittime della mafia e chiede loro perdono per l'uccisione dei loro cari", e' stato ribadito oggi piu' volte. Oggi, nell'ambito del 'Festival della Legalita' in Tour' che si concludera' domani, a vent'anni dall'arresto di Riina, e' stato il giorno del ricordo. A rievocare i propri cari e l'impegno profuso sul fronte della legalita' in una strada che li ha condotti alla morte in quella che nell'immaginario collettivo e' stata per decenni la 'capitale della mafia' ci sono Giovanni Chinnici, Giulio Francese, Maria Leotta Giuliano e Roberto Saetta, una 'piccola' rappresentanza dei familiari delle tante vittime dei Corleonesi". A loro si e' rivolto il sindaco, Leoluchina Savona: "Io - ha detto leggendo una lettera nel corso dell'iniziativa- vi chiedo scusa. Vi chiedo scusa a nome di tutti i corleonesi, vi chiedo perdono per il sangue che e' stato versato. Quel sangue, pero', non e' stato versato invano: nei vent'anni che ci separano dall'arresto di Toto' Riina, nei sette che fra poco si compiranno dalla cattura di Bernardo Provenzano, quel sangue e' servito a tutti noi per ricordare che una sola puo' essere la strada, uno solo il campo da scegliere in questa guerra". (segue)