(Adnkronos) - L'innovativa protesi della falange di un dito avrà una platea potenzialmente ampia. Secondo i dati messi a disposizione dal Ministero della Salute, sono oltre 3600 i casi di amputazione e di malformazione congenita degli arti superiori registrati in Italia. Più dell'80 per cento di questi casi riguardano la mano e le dita ed avvengono in ambito lavorativo. Nel distretto della mano risiede la maggior parte delle capacità sensoriale dell'uomo, oltre che la capacità di presa e manipolazione degli oggetti. Il progetto si presenta particolarmente impegnativo e "sfidante" perché "costruire una protesi funzionale in questi casi è molto difficile - come sottolinea il responsabile scientifico Christian Cipriani - soprattutto in considerazione dei ridotti spazi a disposizione dove alloggiare i dispositivi elettronici e meccanici tipici di una protesi. Inoltre, la particolarità delle amputazioni di dita e di mano rende complessa l'applicazione di tecniche chirurgiche e protesiche di tipo tradizionale. Eppure replicare i movimenti delle singole dita con modalità di controllo simili a quelle utilizzate dalle protesi di nuova generazione è un obiettivo raggiungibile come dimostra la comparsa sul mercato, negli ultimi anni, di alcuni dispositivi motorizzati". "La novità del nostro progetto - conclude Cipriani . sta invece nello sviluppare un sistema protesico sensorizzato e connesso in modo bidirezionale con il suo utilizzatore. E' questa - conclude Cipriani - la principale sfida del progetto che mira a realizzare un prototipo di protesi falangea sulla quale disporre una sensorizzazione capace di ridare all'amputato una sensibilità perduta". (segue)