Torino, 27 mar. (Adnkronos) - Sono stati definitivamente confiscati ville, appartamenti e terreni per circa 800mila euro al boss della 'ndrangheta Pasquale Maranfdo e ai suoi complici Michele Franco e Antonio Giuseppe Trimboli. Il sequesto e' stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Torino al termine di un lungo iter giudiziario. Confiscate una villa a Trezzano sul Naviglio (Mi), un appartamento a Rozzano (Mi), una villa con annesso terreno a Platì (Rc) ed un'ulteriore unità abitativa a Volpiano (Torino). Gli accertamenti patrimoniali furono avviati dalle Fiamme Gialle nel 1993, successivamente agli arresti, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, degli indagati delle maxi operazioni "Riace" e "Ghost", coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo le indagini infatti i destinatari della confisca sono i componenti di una strutturata organizzazione criminale che, nei primi anni '90, ha gestito un vasto traffico internazionale di stupefacenti, con ramificazioni in tutto il Nord Italia e collegamenti in Turchia, Colombia e Pakistan per l'approvvigionamento di cocaina ed eroina. Due miliardi di vecchie lire il giro d'affari stimato all'epoca. Da quanto accertato dagli investigatori il "cuore" dell'intera organizzazione era proprio Pasquale Marando, originario di Platì (RC), legato da vincoli di parentela e di interessi con altre famiglie calabresi da tempo trasferitesi al nord, ccome gli Agresta e i Trimoboli, già al centro di indagini e procedimenti penali per fatti analoghi. Gli accertamenti avevano rivelato che gli imputati e i loro familiari conviventi disponevano di fonti di reddito ufficiali assolutamente incompatibili con il loro tenore di vita e con le rispettive proprieta' immobiliari, tali da far ritenere che fossero state accumulate nel tempo, investendo parte degli illeciti proventi dei traffici di droga. Peraltro, secondo le risultanze delle indagini condotte al tempo, gli immobili sequestrati - in alcuni casi intestati a terzi - venivano spesso utilizzati dall'organizzazione al fine di dare ospitalità a latitanti, o come deposito di documenti relativi alle illecite attività. Beni che passeranno ora alla piena gestione dell'Agenzia Nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che curerà l'amministrazione e la destinazione del consistente patrimonio definitivamente sottratto all'organizzazione, affinché ne sia garantito un effettivo riutilizzo sociale.